Sportelli, agenzie private e “sommerso”, l’ascesa senza freni del business badanti a Trieste
TRIESTE. Cresce a Trieste il business del settore badanti, tra domanda in costante aumento e corsa ad accaparrarsi i clienti, anche attraverso agenzie private. Un mercato sempre più vivace, nel quale però c’è ancora una grande fetta di “sommerso”, protagonista soprattutto chi ricorre al web per trovare la soluzione alla propria richiesta, con la paura di pratiche complesse o onerose per la regolarizzazione. A confermare la tendenza è l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, che ricorda come a breve saranno potenziati gli sportelli Si.Con.Te, preposti proprio a far incontrare in modo efficace domanda e offerta.
Al momento, osservando gli ultimi dati disponibili, relativi al 2018, 1254 famiglie si sono rivolte agli uffici regionali, a fronte di 2504 assistenti che hanno dato la propria disponibilità. Oggi gli sportelli che offrono servizi gratuiti alle persone che cercano o che offrono lavoro nel settore, sono avviati a Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone e Monfalcone. Da giugno verrà incrementato il personale e saranno aperte una volta a settimana anche le sedi di Tolmezzo e San Vito al Tagliamento.
«La novità più importante – spiega Rosolen – è che renderemo gli sportelli strutturali, finora infatti erano considerati una sperimentazione, realizzata con fondi europei. La Regione, attraverso una recente mozione, ha approvato la decisione di inserirli all’interno dei centri per l’impiego. Sulla presenza ancora di tanti lavoratori “in nero” – aggiunge – pesano diversi fattori, di sicuro la non conoscenza degli strumenti, anche se la comunicazione è diventata sempre più efficace, e poi il timore che la regolarizzazione abbia costi elevati. In realtà non è così.
È importante però considerare anche un altro aspetto: quando una persona entra in una famiglia deve avere determinate qualifiche, che garantiscono sicurezza e qualità nell’assistenza, in particolare se si tratta di persone malate. È un messaggio fondamentale, che deve arrivare a tutti».
E scorrendo gli annunci che fioccano su web, social o bacheche pubbliche, spicca proprio la mancanza di una professionalità specifica. Molti spiegano di aver fatto per anni pulizie nelle abitazioni, e di rendersi disponibili ora anche come badanti. Altri ammettono che non sono capaci di accudire persone con problemi di salute o disabilità, ma si offrono comunque per piccole mansioni quotidiane o per affiancare anziani rimasti soli. A cavalcare l’onda del boom di candidature a badanti, c’è poi il proliferare, soprattutto a Trieste, di agenzie private, che si offrono come punto di riferimento per reperire personale sul territorio.
«Ne sono sorte tantissime negli ultimi tempi, ma c’è da dire che non tutte sono accreditate – precisa Rosolen –, quindi non sempre hanno le garanzie previste dalla normativa nazionale, che regola l’intermediazione. Bisogna prestare attenzione a questo dettaglio, oltre che alla valutazione sull’operato del singolo ufficio che propone il servizio».
Le pubblicità online e in città sono tante, destinate ad aumentare ancora nei prossimi anni in un ambito che, secondo Rosolen, va monitorato con attenzione. «Crescendo l’età media, i servizi alla persona – conclude l’assessore – sono uno degli asset economici del futuro, è qualcosa su cui riflettere e lavorare costantemente».
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