Spoil system all’Ater, saltano tre direttori
TRIESTE. Lo spoil system entra nell’Ater unica. Giovedì prossimo, assicurano i bene informati, l’assessore con delega all’edilizia sovvenzionata Mariagrazia Santoro avvierà il ricambio dei direttori generali. In tre casi su cinque: a Trieste, Gorizia e Tolmezzo. Via gli uomini dell’era Tondo, dentro i “fedelissimi” del nuovo corso, sempre che il consiglio di amministrazione, a maggioranza centrodestra, sia d’accordo. E non è per nulla scontato.
A Trieste verrebbe promosso Antonio Ius, ex segretario della Margherita Fvg e poi del Pd in provincia di Pordenone, già direttore dell’azienda cittadina di cui è dirigente inquadrato a tempo indeterminato. A saltare, stando alle indiscrezioni, sarebbero appunto il direttore di Trieste, Giorgio Ceria, Massimiliano Liberale a Gorizia e Daniele Damele a Tolmezzo. I nuovi ingressi sarebbero a tempo, fino a fine anno. A quel punto si procederebbe agli incarichi quinquennali. Se non sono ancora emerse soluzioni per Gorizia e Tolmezzo, nel capoluogo regionale è invece già pronto un sostituto, appunto Ius, in pectore anche per diventare, quando a inizio 2014, con la fusione effettiva dei cinque enti, la riforma voluta dal centrodestra entrerà a regime, dg dell’Ater unica. Sempre a quanto filtra, non è prevista alcuna novità a Udine, dove direttore è Domenico Degano, marito del vicesegretario generale della Regione Gabriella Di Blas, e a Pordenone, dove dal 2005 direttore è Aldo Bello, già dirigente comunale nella stessa Pordenone, a Sacile e Venezia, ed ex assessore all’Urbanistica nella giunta Bolzonello.
In queste ore il presidente di area leghista Claudio Serafini, che avallando le indicazioni della giunta potrebbe anche restare in sella, sta informando i consiglieri della riunione di giovedì. All’ordine del giorno proprio la situazione dei direttori, tutti con contratto in scadenza (quindi da riconfermare oppure no) e il possibile spoil system tecnico. Un’operazione che l’assessore Santoro spiega essere motivata in primis da questioni economiche: attualmente i direttori percepiscono indennità che vanno dai 110 ai 150mila euro all’anno, in alcuni casi compensi superiori a quelli dei direttori centrali in Regione recentemente “tagliati” del 15%. «Innanzitutto e in linea generale – premette l’assessore – è utile rimarcare che questa amministrazione non ha le cariche e i nomi in testa all’agenda. Nel caso specifico dell’Ater, alla Regione spetta dare gli indirizzi e in questo senso vanno le richieste che ho fatto al presidente Serafini e al vicepresidente Bini». Nel merito dei direttori, Santoro fa poi sapere che l’input «è che sia valorizzato il personale interno, con conseguente notevole risparmio diretto di spesa, e che si proceda alla razionalizzazione dei compensi dei direttori in coerenza con quanto fatto dalla giunta per i direttori regionali. Su questi principi saremo attenti a verificare il recepimento delle indicazioni date da parte degli amministratori delle Aziende».
La riforma Ater, così come definito nella Finanziaria 2013, ha ridotto da 25 a 10 i consiglieri e prevede che dal prossimo anno siano al lavoro il direttore generale dell’Ater unica e i direttori delle direzioni operative sul territorio. Tutte nomine che sono in capo al cda. Un cda, quello in carica, che è di netta maggioranza centrodestra. Con Serafini sono stati infatti indicati dalla giunta Tondo Sergio Emidio Bini (vicepresidente, espressione di Confcooperative), Paolo Pittini, già presidente dell’Ater di Tolmezzo, Walter De Bortoli, consigliere comunale del Pdl a Pordenone, Daniele Stacco (Udc di Gorizia) e i triestini Domenico Marturano (Pensionati), Fulvio Sluga (Pdl), Alessandro Minisini (Udc, della corrente del segretario regionale Zappalà) e Manuele Braico, presidente dell’associazione Comunità istriane, vicino al consigliere regionale del Pdl Bruno Marini. Il solo Luciano Aita (Pd), presidente dell’Ater di Udine prima della gestione Vuga, è espressione delle forze politiche di centrosinistra.
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