Spiraglio sulle circoscrizioni a Gorizia

Se ne possono formare sei. Approvato in consiglio regionale l’emendamento Gabrovec che dà la possibilità di ripristinare 6 consigli di quartiere in città. Stabon e Bandelj: «Il Comune non ha più alibi»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Presidenti CDQ in Comune © Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia Presidenti CDQ in Comune © Foto di Pierluigi Bumbaca

Si riapre la partita dei Consigli circoscrizionali. Almeno teoricamente perché bisognerà vedere poi quale sarà la reazione dell’amministrazione comunale.

Durante la discussione del progetto di legge 24 svoltosi durante la notte in consiglio regionale è stato approvato un emendamento, presentato dal consigliere regionale Igor Gabrovec della Slovenska skupnost, con cui il limite massimo degli abitanti per istituire i consigli circoscrizionali (quartieri di decentramento) è stato abbassato da 10.000 abitanti a 6.000. Pertanto Gorizia avrebbe (il condizionale è d’obbligo) la possibilità di istituire un numero di quartieri pari alla somma dei suoi residenti censiti diviso 6.000. Essendo gli abitanti del capoluogo di provincia, al 31.12.12, 35.575, i quartieri istituibili potrebbero essere 5, se non addirittura 6 con una piccola deroga. Ma i conti vanno fatti con l’oste e bisognerà vedere se ci sarà la volontà da parte dell’attuale amministrazione di istituirli nuovamente dopo che la norma che li portava a 4 venne bocciata per non avere raggiunto i 21 voti favorevoli in consiglio comunale. Il sindaco, per ora, tace ma nelle prossime ore prenderà posizione sull’argomento.

Intanto, approvato l’emendamento, subito sono partiti gli appelli rivolti all’amministrazione comunale. Giorgio Stabon, presidente dell’associazione Lucinis, commenta con soddisfazione questo sviluppo. «Mi auguro soltanto che non lo si faccia cadere nel vuoto. Sarebbe bello tornare a ripristinare i consigli circoscrizionali: sono gli stessi cittadini a chiederlo perché avvertono un impoverimento della rappresentatività», sottolinea Stabon. Che lancia anche una proposta operativa: «Il prossimo anno si svolgeranno le elezioni europee. Perché non sfruttiamo queste consultazioni per designare i componenti dei rinati consigli circoscrizionali? Romoli ci pensi. Potrebbe essere una soluzione a costo zero».

Felicità viene espressa anche da parte dei rappresentanti della minoranza slovena. Il segretario provinciale della Slovenska skupnost Julijan Caudek si augura che questa opportunità «non venga vissuta come una costrizione da parte dell’amministrazione comunale. Romoli e la sua giunta accettino di sfruttare questa possibilità: spero che ci sia un confronto aperto e costruttivo. Questo emendamento non deve essere visto come una vittoria della minoranza slovena perché a vincere è stata tutta la città».

Sulla stessa falsariga si pone il ragionamento di Walter Bandelj, già presidente del Cdq di Piedimonte e oggi numero uno dell’associazione di quartiere. «Che dire? Sono felice di questo sviluppo. Non è importante soltanto per le minoranze slovena e friulana ma per tutto il territorio. Il presidente di una circoscrizione è un pubblico ufficiale e ha un peso totalmente diverso rispetto al presidente di un’associazione di quartiere: ne guadagna la rappresentatività. Il Comune non ha più alibi. Mi auguro che il sindaco Romoli sfrutti questa possibilità: incontriamoci, parliamone».

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