Spiagge libere e Covid, niente limiti fisici sul lungomare a Barcola. In arrivo "corridoi" al Pedocin

TRIESTE Distanziamento tra ombrelloni, sedie sdraio e teli mare. Possibilità di perimetrare le aree frequentate dai bagnanti e di introdurre orari di chiusura notturna e corridoi di accesso all’arenile. Sono le linee guida dell’ordinanza anti assembramenti sotto il sole che la Regione si prepara ad emanare in vista dell’avvio della stagione balneare. Un testo che traccerà un perimetro volutamente ampio: spetterà infatti successivamente ai singoli Comuni, con appositi testi, disciplinare la materia sulla base delle peculiarità dei rispettivi territori.
Le regole che possono andare bene ad una spiaggia larga e sabbiosa come quella di Lignano, in effetti, difficilmente si adattano ad una costa frastagliata e ricca di scogli come quella di Trieste. Città in cui, annunciano fin d’ora gli amministratori, nelle spiagge libere non compariranno comunque né cancelli d’ingresso né corridoi d’accesso al mare. «Soluzioni impossibili sul lungomare di Barcola e ai Topolini», chiarisce l’assessore Lorenzo Giorgi.
Va detto peraltro che la bozza dell’ordinanza regionale nelle prossime ore potrebbe subire ancora modifiche. «Abbiamo avviato un percorso di condivisione del quadro di indicazioni entro il quale operare nel rispetto della tutela sanitaria e, dopo i Comuni costieri, abbiamo coinvolto operatori e imprenditori - spiega l’assessore al Demanio Sebastiano Callari - per giungere a un testo che semplifichi le regole e le renda uniformi, chiarendo aspetti più complessi come le spiagge libere e le battigie».
Tra le soluzioni ipotizzate nel testo c’è, come detto, la possibilità di introdurre un orario di chiusura notturna di spiagge e arenili, dalle 24 alle 5, a tutela della salute pubblica e dell'integrità delle attrezzature sanificate. «La facoltà e non l’obbligo di disporre un orario di chiusura è una delle misure che abbiamo richiesto come Comune di Trieste, - specifica Lorenzo Giorgi - perché per realtà come i Topolini sarebbe risultato impraticabile farlo rispettare». Quanto ai corridoi di entrata e uscita dall’arenile per gestire l’afflusso di persone, il discorso a Trieste si fa diversificato. «Ai Topolini non esiste arenile e, dunque, non è possibile prevederli – valuta Giorgi – ma al “Pedocin”, partendo dall’area vicino alle docce, creeremo un corridoio, un passaggio obbligato, che accompagni la gente fino al mare, impedendo ai bagnanti di passare tra gli asciugamani scavalcando le altre persone per raggiungere l’acqua. Resta solo un unico punto in sospeso – indica Giorgi, che ha già predisposto con il dirigente comunale Luigi Leonardi la cartellonistica che prima della data del 1 giugno, prevista per il via alla stagione, vorrebbe sistemare negli stabilimenti comunali –. Parliamo della distanza tra asciugamani. Abbiamo chiesto un parere tecnico alla Regione per capire se possiamo imporre venga rispettato un metro, e non un metro e mezzo. Attendiamo a ore una risposta». Infine una “stoccata” alla Regione. «Abbiamo dato suggerimenti importati per la stesura dell’ordinanza – conclude Giorgi – e abbiamo preso parte a dei confronti tra i sindaci e Callari, ma rilevo con rammarico che non siamo stati coinvolti ai tavoli più operativi ai quali sedevano ai gestori degli stabilimenti».
E sulle altre spiagge libere della provincia quali provvedimenti scatteranno per evitare assembramenti? Le decisioni non sono ancora state prese, chiarisce il sindaco di Duino Aurisina Daniela Pallotta,che attende l’ordinanza regionale e le comunicazioni della Capitaneria di Porto per predisporre poi il suo testo. «C’è un costante confronto in questi giorni con i gestori degli stabilimenti e con chi ha in affidamento di servizio la spiaggia di Cartelreggio, – spiega – al fine coordinare i diversi interventi utili ad iniziare la stagione». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo