Spettro Silos bis in via Sant’Anastasio a Trieste: il palazzo delle Poste si popola di notte
TRIESTE L’edificio di Poste Italiane di via Sant’Anastasio, incastonato nell’imponente complesso per ampia parte di proprietà del Fondo Alloro di Bnp Paribas, rischia di diventare il “nuovo Silos”. I residenti denunciano da anni una situazione di degrado e pericolo, evidenziando una mancanza di risposte da parte delle istituzioni. Qualcuno ora ha trovato riparo anche nei loro garage, sistemati nella parte sottostante l’edificio, trascinando fin là materassi e coperte.
Nelle scorse settimane una porta d’accesso all’immobile delle Poste, che versa in uno stato di completo abbandono, è stata forzata e alcune vetrate sono state infrante. Negli anni quella struttura ridotta ormai a un immondezzaio, oltre ad essere stata presa di mira dai vandali che hanno riempito le pareti esterne di scarabocchi, era già stata utilizzata come ricovero da migranti non ancora intercettati dal circuito dell’accoglienza. Ma allora si erano sistemati negli spazi adibiti a sottoscala, che non consentono l’accesso al resto dell’edificio. Ora invece il varco è stato aperto.
Poste Italiane ha da tempo ingaggiato Italpol per un servizio di vigilanza. Le guardie giurate incaricate di sorvegliare l’edificio, hanno in più occasioni “pizzicato” intrusi che entravano o uscivano dall’immobile, sempre uomini di origine straniera. Dopo averli fermati hanno chiamato le forze dell’ordine. Due gli episodi più recenti, tra il 31 marzo e il 1° aprile. Le persone fermate sono state identificate e denunciate per occupazione abusiva. Per la Questura «si tratta di bivacchi, di un luogo di fortuna per persone che non hanno dimora, ma non ci sono state segnalazioni di risse o casi di violenza».
Italpol ha già inviato un rapporto a Poste Italiane, segnalando la situazione. La proprietà – che in merito preferisce non rilasciare dichiarazioni – è stata stimolata anche dalla Questura a mettere in sicurezza l’immobile. E nei giorni scorsi ha provveduto a chiudere la porta scardinata, prima sprangandola con assi in alluminio, poi realizzando anche delle opere murarie idonee a impedire l’accesso. Ma qualcuno ha intanto tentato di infrangere altre vetrate dell’immobile per riuscire a rientrarvi dentro. Nelle passate settimane, le guardie giurate, quando le condizioni consentivano di far leva su tre unità, permettendo così di operare in sicurezza, hanno ispezionato i locali. In alcuni frangenti anche con gli uomini della Questura. E hanno constatato che gli “ospiti” si sono spinti fino all’ultimo piano. A quello all’altezza della porta scardinata, invece, lo scorso fine settimana la presenza era evidente: lattine, blister di medicinali, scatole di sardine, candele consumate, stracci, sgabelli in parte bruciacchiati. Negli altri spazi ai piani superiori le guardie giurate hanno trovato materassi, coperte e, dietro a un pannello di cartongesso, dei giacigli e qualche mobile.
La zona è isolata, buia, dalla strada è impossibile vedere cosa accada sul terrazzamento antistante l’accesso all’edificio. Ma se durante il giorno il via vai generato dalle sedi di Inps e Regione che sono lì accanto funge da deterrente, dal tardo pomeriggio e soprattutto la notte quell’area diventa terra di nessuno. —
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