Spese pazze, la procura studia il ricorso
TRIESTE. Dopo l’euforia, la prudenza. Per i 18 protagonisti dell’inchiesta sulle “spese pazze” assolti dal gup Nicoli, la vicenda giudiziaria potrebbe non essere ancora conclusa. Meglio quindi mettere da parte le dichiarazioni trionfalistiche e incrociare le dita.
Sì, perchè la Procura sarebbe orientata a presentare ricorso in Appello, per lo meno per i casi più “eclatanti” relativi ai rimborsi per complessivi 350mila euro ottenuti dai 22 eletti a Palazzo, finiti nel mirino del pm Federico Frezza per spese sostenute tra 2010 e 2012.
Il pubblico ministero, nel corso dell’istruttoria, aveva chiesto condanne con pene che variavano da un anno e otto mesi a due anni e tre mesi. Sotto accusa, come noto, erano finiti gli ex capigruppo del Pdl e del Pd, Daniele Galasso e Gianfranco Moretton, Everest Bertoli (consigliere comunale a Trieste di Fi), Massimo Blasoni (vice coordinatore regionale azzurro), Maurizio Bucci (Fi), Piero Camber (ex Pdl e oggi consigliere comunale a Trieste di Fi), Sandro Della Mea (Pd), Antonio Pedicini (ex Pdl), Alessandro Tesini (Pd), Piero Tononi (ex Pdl e ora caposegreteria del gruppo consiliare in Regione di Pdl/Fi), Gaetano Valenti (ex Pdl) e Paolo Iuri.
Tutti giudicati e appunto assolti al termine del processo in abbreviato. Prosciolti nella stessa udienza anche Elio De Anna (Pdl/Fi), Daniele Gerolin (Pd) e Mara Piccin (Misto). E pure gli ex Roberto Asquini (Misto), Enore Picco (Lega) e Federico Razzini (Lega).
Per loro, come detto, la “battaglia” potrebbe però non essere definitivamente vinta. I rumors che hanno iniziato a circolare a palazzo di giustizia dopo la sentenza dell’altra mattina, danno come probabile infatti il ricorso. E anche la procura generale, a quanto trapela, sarebbe orientata ad appellare la sentenza di assoluzione.
Il mistero verrà svelato solo tra due mesi e mezzo. Le motivazioni del giudice Giorgio Nicoli saranno infatti depositate entro 30 giorni da lunedì. Poi da quella data si dovranno contare altri 45 giorni per i termini del ricorso in Appello.
«La procura farà le sue valutazioni. Noi siamo convinti della assoluta correttezza di questa decisione. È una sentenza giusta», ha detto l’avvocato Andrea Polacco che, con il fratello Alberto e il collega Claudio Giacomelli, ha assistito Piero Tononi.
Gli fa eco l’avvocato Luca Ponti, difensore di una nutrita pattuglia di ex e consiglieri ancora in carica composta da Galasso, Moretton, Asquini, Narduzzi, Blasoni, Gerolin, De Anna e Della Mea: «Attendo le motivazioni. - dice -. Siamo soddisfatti che le nostre tesi siano state accolte. Quanto al ricorso, è un’eventualità che affronteremo. Siamo sicuri che la qualità della motivazione sarà tale da renderlo impraticabile».
Osserva poi l’avvocato Giovanni Borgna, che ha assistito Valenti, Camber, Piccin e Bucci: «Nelle udienze abbiamo fornito al giudice elementi molto forti in fatto e diritto. Ora attendiamo la motivazione. L’appello eventuale del pm fa parte delle regole del gioco».
Nella stessa sentenza il gup ha disposto un solo rinvio a giudizio, quello dell'ex consigliere del Carroccio Ugo De Mattia. L’udienza a suo carico è stata fissata per il 7 giugno. Nicoli ha infine accolto le richieste di patteggiamento di Edouard Ballaman, accusato di truffa, e dell’ impiegato Matteo Caldieraro, accusato di averlo aiutato a “gonfiare” alcuni rimborsi per viaggi. La richiesta di patteggiamento dell'ex capogruppo padano Danilo Narduzzi, invece, è stata solo parzialmente accolta e quindi Narduzzi dovrà tornare davanti a un altro giudice, diverso da Nicoli.
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