“Spese pazze”, il pm presenta il conto agli ex consiglieri
TRIESTE. È arrivato il conto delle spese pazze dei consiglieri regionali. Il conto con la giustizia delle cene, dei soggiorni, dei regali, degli acquisti più o meno bizzarri di molti degli ex e non ex inquilini di piazza Oberdan e anche di qualche “amico”. Per il pm Federico Frezza, il magistrato titolare del fascicolo assieme al collega Matteo Tripani, per i sette accusati ai quali si è aggiunto l’elicotterista Paolo Iuri, compagno dell’ex capogruppo leghista Mara Piccin ora al gruppo misto, la pena (sospesa) equa - definita nel processo celebrato con rito abbreviato in camera di consiglio davanti al giudice Giorgio Nicoli -, per il reato di peculato, è di un anno e otto mesi. Ovviamente la pena è condizionata al risarcimento del danno arrecato alle casse della Regione. Si tratta dei Pdl Gaetano Valenti, ex sindaco di Gorizia, Piero Camber, Everest Bertoli, consigliere comunale a Trieste, Antonio Pedicini, Maurizio Bucci e Massimo Blasoni. Tutto sommato, secondo l’analisi giuridica che ha sotteso alla requisitoria del pm Frezza, questi sette politici e l’elicotterista, sono fortunati. Infatti se condannati, pagheranno meno. Perché i reati dei quali sono accusati sono stati commessi prima dell’entrata in vigore della legge Severino. Invece peggio, in linea teorica, sempre secondo le richieste dell’accusa, è andata per l’esiguo gruppetto che per i pm Frezza e Tripani ha commesso il peculato dopo l’entrata in vigore della Severino. Legge che ha inasprito il minimo della pena portandolo da 3 a 4 anni. Gli “sfortunati” sono i Pdl Piero Tononi e Daniele Galasso, quest’ultimo già capogruppo in consiglio. E poi i democrat Sandro Della Mea e Gianfranco Moretton, anche lui, all’epoca dei fatti, capogruppo. Per questi la condanna chiesta dal pm Frezza è stata di 2 anni e 3 mesi, senza la condizionale.
Del futuro di tutti gli imputati si parlerà nelle udienze che il giudice Nicoli ha fissato per il 14 luglio e per il 15 settembre. Saranno anche affrontate le posizioni degli altri ex e non ex consiglieri coinvolti nella grande abbuffata di Palazzo. Ma compariranno sia i cosiddetti “patteggianti” che coloro i quali hanno deciso per il rito ordinario andando in aula - udienza pubblica - a spiegare le ragioni per cui, secondo l’accusa, hanno utilizzato i fondi del gruppo per spese che non sarebbe possibile definirle di rappresentanza. Per la precisione il 14 luglio saranno definite le posizioni di Gaetano Valenti, Piero Camber, Maurizio Bucci, Mara Piccin, Everest Bertoli, Antonio Pedicini, Enore Picco e Alessandro Tesini. È probabile che chi, tra questi, ha scelto l’ abbreviato riceverà la sentenza. Alcuni degli altri patteggeranno e altri infine come Mara Piccin andranno verso il giudizio. Il motivo è - evidentemente - quello di cercare la strada più lenta che, in linea teorica, consente di mantenere la poltrona. È noto che i tempi della giustizia sono lunghi e c’è anche la possibilità della prescrizione. Anche Elio De Anna (ancora in carica) e l’ex leghista, poi misto Roberto Asquini hanno scelto il rito ordinario. Insomma una paradossale lotta contro il tempo. Il 15 settembre verranno infine definite le posizioni di Elio De Anna (Pdl), Roberto Asquini, Daniele Galasso (Pdl), Gianfranco Moretton (Pd), Massimo Blasoni, (Pdl) Sandro Della Mea (Pd), Daniele Gerolin (Pd), Piero Tononi (Pdl), Federico Razzini (Lega) e dell’elicotterista Paolo Iuri. In questa occasione si chiuderanno anche i patteggiamenti dell’ex presidente del consiglio regionale Edouard Ballaman e dell’ex capogruppo leghista Danilo Narduzzi.
Nutrita la schiera degli avvocati presenti: Giovanni Borgna, Alberto e Andrea Polacco, Luca Ponti, Paolo Pacileo, Claudio Giacomelli, Caterina Belletti, Ornella Stradaioli e Riccardo Seibold.
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