“Spese pazze”, il Palazzo paga la difesa
L’aula ha approvato all’unanimità una norma che amplia i rimborsi delle parcelle. Stanziati 1,4 milioni di euro per il 2017
L'aula del consiglio regionale
TRIESTE Ci sono i rimborsi pregressi e futuri. In particolare quelli dei consiglieri regionali coinvolti nell’inchiesta “spese pazze” e considerati non colpevoli in sede penale o erariale. La Regione, esaminato il quadro dei contenziosi di Palazzo, riafferma e rafforza l’istituto della tutela legale in caso di giudizi favorevoli alla politica e alla burocrazia. La novità è l’estensione dei rimborsi delle spese legali alle cause di qualsiasi tipo, dalle amministrative alle contabili. In prospettiva, dunque, il “cuscinetto” varrà pure per gli eletti che usciranno puliti dalle accuse della Corte dei conti per il presunto utilizzo illegittimo dei fondi pubblici nella scorsa legislatura.
Le cause di Palazzo non sono evidentemente poche se, tra passato e presente, l’aula ha autorizzato per il 2017 una disponibilità di massima di 1,4 milioni quantificata rispetto al presunto costo dei procedimenti definiti.
La materia è complessa. Gestita più o meno allo stesso modo nel resto d’Italia, ma da adeguare anche alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale in tema di tutela legale in favore di amministratori e dipendenti. Di sicuro, viste le premesse, tutti si sono trovati d’accordo a intervenire con qualche correzione.
A firmare quello che in Regione viene definito un «necessario e doveroso riordino» della tutela legale contenuta nell’articolo 151 di una legge regionale vecchia di 35 anni (la 53 del 1981) sono stati, da sinistra a destra, i vari Moretti (Pd), Paviotti (Cittadini), Lauri (Sel), Bianchi (M5S), Ciriani (FdI/An), Zilli (Ln), Tondo (Ar), Riccardi (Fi), Colautti (Ncd) e Violino (Misto), con conseguente approvazione unanime dell’aula di una leggina nell’ultimo giorno di dibattito sulla Finanziaria.
Che il rimborso delle spese legali, in caso di proscioglimento in istruttoria o assoluzione con sentenza passata in giudicato, sia dovuto a dipendenti, governatori, assessori e consiglieri, nonché ai presidenti degli enti regionali coinvolti in giudizi civili o penali per fatti connessi all’adempimento del proprio mandato e all’esercizio delle proprie pubbliche funzioni, è previsto sin dal 1981.
Perché il principio di esentare dal peso economico effetto di procedimenti giudiziari ingiusti non è mai stato in discussione, ricorda il primo firmatario della nuova norma, il capogruppo del Pd Diego Moretti. Le modifiche alle 53 si sono tuttavia rese necessarie, fa sapere ancora Moretti, per «superare le sperimentate criticità e genericità manifestate dal vigente sistema».
A seguito della liberalizzazione delle tariffe, infatti, è venuto a mancare in qualche occasione il precedente visto dell’Ordine degli avvocati che dava alla Regione un giudizio sulla legittimità delle parcelle. In assenza della firma degli addetti ai lavori, gli uffici si sono ritrovati a non sapere più quali rimborsi effettuare, e per quale cifra. Più in generale, aggiunge il capogruppo del Pd, la legge del 1981 mostrava ambiguità: Moretti ricorda che «per giurisprudenza consolidata» ci sono stati casi di riconoscimenti di spese legali pure per cause contabili, ma ora quel passaggio viene scritto in legge all’interno di un aggiornamento che è stato occasione per allargare le maglie visti i procedimenti passati - dal taglio degli alberi in Val Rosandra, vicenda che ha visto dichiarati innocenti nel marzo scorso l’ex assessore Luca Ciriani e l’ex capo della Protezione civile Guglielmo Berlasso, al caso Rtl, anche in questo caso assoluzione per l’ex assessore Federica Seganti - e quelli in corso, in primis i recenti proscioglimenti della Corte dei conti per gli ex consiglieri Gianfranco Moretton e Edoardo Sasco.
Nel dettaglio la Regione, che ha potestà legislativa primaria in materia di ordinamento degli uffici e stato giuridico del personale regionale, riaffermata la regola che i rimborsi vengano riconosciuti per le cause penali e civili, precisa che nei rimborsi si comprendono anche le spese di difesa per i giudizi contabili, «nei limiti ritenuti congrui da parte dell’Ordine degli avvocati», senza peraltro precisare tetti massimi. Inoltre, estende a tutti i soggetti interessati (consiglieri e amministratori regionali, dirigenti e dipendenti regionali) la facoltà di chiedere che il recupero delle spese legali venga effettuato direttamente in favore del legale che ha prestato la tutela. E ancora prevede la possibilità di nominare fino a due avvocati e pure un consulente tecnico di parte e di chiedere anticipazioni fino al 50% nel corso del procedimento o del giudizio. Firmato piazza Oberdan all’unanimità.
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