Spese pazze da 24.891 euro per Tononi

La Corte dei conti del Friuli Venezia Giulia condanna l’ex consigliere regionale del Pdl. Tra gli acquisti contestati alcolici, tre telefoni fissi, calzature

Condannato a risarcire quasi 25 mila euro alla Regione. È la sentenza emessa dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti nei confronti di Piero Tononi, ex consigliere regionale del Pdl, oggi in Fi, responsabile della segreteria del coordinamento regionale e capo segreteria del gruppo consiliare. La richiesta del procuratore regionale Maurizio Zappatori, era la restituzione di 31 mila euro, ma Alfredo Lener (presidente del Collegio giudicante), Paolo Simeon (consigliere) e Giancarlo Di Lecce (consigliere relatore) hanno ridotto la cifra a 24.891 euro abbuonando a Tononi 1.736 euro per l’acquisto di libri e giornali e assegnando la co-responsabilità del danno erariale all’ex Ufficio di presidenza (2.928 euro, il 10%) e all’ex capogruppo del Pdl, Daniele Galasso (mille 464 euro, il 5%). Tononi – difeso dagli avvocati Guido Barzazi e Giovanni Borgna – potrà presentare ricorso in Appello alla Sezione centrale di Roma, ultimo grado di giudizio per danno erariale.

Viaggi, telefoni, quote Siae I rimborsi ottenuti nel 2011 da Tononi e “mascherati” da spese di rappresentanza sono stati bollati da Zappatori come illegittimi e dannosi per le casse pubbliche. Nell’elenco prodotto dal procuratore ci sono «acquisti forsennati di alimentari e di massicce quantità di alcolici», consumazioni al bar, in ristoranti, pizzerie, birrerie, contributi all’associazione Dream di Trieste (di cui Tononi è stato fondatore), ma anche pagamenti alla Siae, spese per parcheggi, taxi, autonoleggi, pernottamenti in albergo, anche con la compagna e con amici. Ma spuntano anche tre telefoni fissi, per 45 euro, che Tononi non ha dato prova di aver inventariato tra i beni dell’ex gruppo consiliare, ma che ha inserito come strumenti a disposizione del gruppo. Il forzista ha ricostruito le sue spese. E spiegato che dei 31 mila euro contestati, 12 mila 973 andavano considerati rimborsi per attività di divulgazione; 7 mila 926 per trasferte; 403 euro per cancelleria; 7 mila 876 come spese di rappresentanza e mille 795 euro per libri e giornali. Solo quest’ultima voce è stata considerata legittima dai magistrati.

Sette nuovi “avvisi” per le spese pazze
Lo schieramento di avvocati in Tribunale

Disinvolto e incurante Scrive il Collegio giudicante che Tononi aveva l’obbligo di dar conto dell’utilizzo dei soldi pubblici e delle finalità di spesa, ma le sue giustificazioni non dimostrano alcune collegamento con le esigenze del gruppo. I magistrati ritengono immotivati i rimborsi ottenuti da Tononi e sottolineano che molte ricevute sono anonime. Non solo. Il Collegio si dichiara sorpreso da alcuni acquisti ed elenca le spese in gioielleria, per calzature, ferramenta, accessori per la casa, abbigliamento maschile e femminile, per vini e liquori. In questo contesto «di per sè significativo di un utilizzo disinvolto e incurante del denaro pubblico», scrivono i magistrati, a Tononi non è stato riconosciuto come acquisto legittimo neppure quello di un cesto di specialità alimentari altoatesine che il forzista assicura di aver donato a un amministratore locale di San Candido, Bolzano. Il Collegio assicura che non c’è alcun elemento che colleghi l’omaggio a un’attività istituzionale. La Sezione giurisdizionale, quindi, il comportamento di Tononi «quanto meno gravemente colposo».

No allo sconto del risarcimento Ripetono i magistrati che la responsabilità di Tononi è prevalente, ma riconoscono anche una parte di colpa all’ex Ufficio di presidenza e all’ex capogruppo, per aver mancato nell’attività di vigilanza e controllo. E bocciano la richiesta di riduzione del risarcimento avanzata da Tononi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo