Spese pazze, convegni e trasferte ai raggi x

L’inchiesta bis della Procura della Corte dei conti fa tremare il Palazzo. Il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, polemizza: «Perché non si indaga così in tutti i sistemi in cui girano soldi pubblici?»
Il procuratore Maurizio Zappatori durante la lettura di una relazione nell'aula del Consiglio regionale
Il procuratore Maurizio Zappatori durante la lettura di una relazione nell'aula del Consiglio regionale

TRIESTE. Trema, il Palazzo. Forse più di prima. Perché l’inchiesta “bis” avviata dalla Procura della Corte dei Conti su come i consiglieri regionali avevano utilizzato i soldi pubblici tra il 2010 e il 2012, è ben più ampia e articolata del precedente filone d’indagine. Nel mirino, stavolta, sono finite tutte le spese dei gruppi. Un lungo elenco in cui figurano conferenze, viaggi, cene e acquisti di vario tipo. Sono 1,5 milioni di euro, contestati a venti eletti, ex o alcuni probabilmente ancora in carica, che appartenevano a quattro gruppi della passata legislatura.
Gli “inviti a dedurre”, cioè a fornire spiegazioni in Procura, investono capigruppo e singoli. Quanti cioè non si sono ancora presentati spontaneamente a chiarire su scontrini e ricevute; o chi, pur avendolo fatto, non ha convinto e non ha rimborsato. Si tratta della Lega Nord e Danilo Narduzzi (387mila euro), i Cittadini e Stefano Alunni Barbarossa (268mila), il Misto e Roberto Asquini (195mila), Sinistra Arcobaleno e Igor Kocijancic (134mila). E poi altri 16 consiglieri per complessivi 516mila euro; sono noti i nomi di Eduard Ballaman e i colleghi del Misto Paolo Ciani e Luigi Ferone. Nell’inchiesta finiscono pure gli altri quattro del Carroccio, Piero Colussi dei Cittadini, cinque del Pdl, uno del Pd, uno dell’Udc e un altro di Sa.

Spese “pazze”, ciclone bis a Palazzo
Un'immagine del Consiglio regionale

La Procura, in questo secondo round, ha setacciato non solo la voce “rappresentanza”, in cui gli inquirenti nei mesi scorsi avevano trovato l’inimmaginabile - dalle gomme dell’auto al conto del barbiere - ma anche convegni e riunioni, ad esempio. È il capitolo “divulgazione”, in cui chi indaga si è imbattuto in non poche incongruenze: accanto al noleggio di una sala per un dibattito sono spuntati vini e buffet, o i soliti pranzi e cene che poco avrebbero a che vedere con l’attività “divulgativa”. Nel calderone anche le missioni. Restano fuori i contratti con i collaboratori esterni che risulterebbero giustificati.
La Corte dei Conti, dunque, ha passato con la lente di ingrandimento, per mesi, il 2010, il 2011 e il 2012: è stata la Procura della Repubblica, una volta chiuse le indagini per le ipotesi di peculato, a trasmettere il materiale alla parte contabile. I rimborsi “salvi” sotto il profilo penale potrebbero infatti risultare illegittimi dal punto di vista erariale. In questo caso, a fronte di chiarimenti ritenuti insufficienti, scatta la richiesta di risarcimento. Solo per il 2011 sono state escluse le spese di rappresentanza, perché già sottoposte a inchiesta e culminate con alcune condanne. Le altre annate invece raccolgono tutto.
Ecco ricomparire gli scontrini per i cappuccini al bar e i gelati. Non mancano gli acquisti in ferramenta, casalinghi e compere in negozi di abbigliamento, oltre che i regali. E le missioni all’estero. I venti consiglieri, invitati a fornire spiegazioni al procuratore Maurizio Zappatori, dovranno ricostruire punto per punto. Le restanti notifiche arriveranno a inizio settimana e martedì potrebbero uscire i nomi di tutti i venti: un altro scossone per il Consiglio. Ma il presidente Franco Iacop non si dimostra allarmato. «Ognuno risponderà per la sua parte - commenta - e comunque siamo davanti a una vicenda che fa parte del passato. Su questi aspetti noi siamo intervenuti riducendo i fondi ai gruppi, abbiamo tagliato il numero di consiglieri e tolto i vitalizi. Per noi è una fase già superata. Conseguenze per l’immagine dell’istituzione? Se la stessa attenzione fosse dedicata ad altri sistemi in cui gira denaro pubblico…». I diretti interessati si dicono sereni. Narduzzi: «Le ricevute ci sono, siamo collaborativi e possiamo chiarire». Ciani: «Contestano un po’ tutto, ma credo di essere in grado di giustificare. Altrimenti verserò il dovuto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo