Spese pazze, convegni e trasferte ai raggi x
TRIESTE. Trema, il Palazzo. Forse più di prima. Perché l’inchiesta “bis” avviata dalla Procura della Corte dei Conti su come i consiglieri regionali avevano utilizzato i soldi pubblici tra il 2010 e il 2012, è ben più ampia e articolata del precedente filone d’indagine. Nel mirino, stavolta, sono finite tutte le spese dei gruppi. Un lungo elenco in cui figurano conferenze, viaggi, cene e acquisti di vario tipo. Sono 1,5 milioni di euro, contestati a venti eletti, ex o alcuni probabilmente ancora in carica, che appartenevano a quattro gruppi della passata legislatura.
Gli “inviti a dedurre”, cioè a fornire spiegazioni in Procura, investono capigruppo e singoli. Quanti cioè non si sono ancora presentati spontaneamente a chiarire su scontrini e ricevute; o chi, pur avendolo fatto, non ha convinto e non ha rimborsato. Si tratta della Lega Nord e Danilo Narduzzi (387mila euro), i Cittadini e Stefano Alunni Barbarossa (268mila), il Misto e Roberto Asquini (195mila), Sinistra Arcobaleno e Igor Kocijancic (134mila). E poi altri 16 consiglieri per complessivi 516mila euro; sono noti i nomi di Eduard Ballaman e i colleghi del Misto Paolo Ciani e Luigi Ferone. Nell’inchiesta finiscono pure gli altri quattro del Carroccio, Piero Colussi dei Cittadini, cinque del Pdl, uno del Pd, uno dell’Udc e un altro di Sa.
La Procura, in questo secondo round, ha setacciato non solo la voce “rappresentanza”, in cui gli inquirenti nei mesi scorsi avevano trovato l’inimmaginabile - dalle gomme dell’auto al conto del barbiere - ma anche convegni e riunioni, ad esempio. È il capitolo “divulgazione”, in cui chi indaga si è imbattuto in non poche incongruenze: accanto al noleggio di una sala per un dibattito sono spuntati vini e buffet, o i soliti pranzi e cene che poco avrebbero a che vedere con l’attività “divulgativa”. Nel calderone anche le missioni. Restano fuori i contratti con i collaboratori esterni che risulterebbero giustificati.
La Corte dei Conti, dunque, ha passato con la lente di ingrandimento, per mesi, il 2010, il 2011 e il 2012: è stata la Procura della Repubblica, una volta chiuse le indagini per le ipotesi di peculato, a trasmettere il materiale alla parte contabile. I rimborsi “salvi” sotto il profilo penale potrebbero infatti risultare illegittimi dal punto di vista erariale. In questo caso, a fronte di chiarimenti ritenuti insufficienti, scatta la richiesta di risarcimento. Solo per il 2011 sono state escluse le spese di rappresentanza, perché già sottoposte a inchiesta e culminate con alcune condanne. Le altre annate invece raccolgono tutto.
Ecco ricomparire gli scontrini per i cappuccini al bar e i gelati. Non mancano gli acquisti in ferramenta, casalinghi e compere in negozi di abbigliamento, oltre che i regali. E le missioni all’estero. I venti consiglieri, invitati a fornire spiegazioni al procuratore Maurizio Zappatori, dovranno ricostruire punto per punto. Le restanti notifiche arriveranno a inizio settimana e martedì potrebbero uscire i nomi di tutti i venti: un altro scossone per il Consiglio. Ma il presidente Franco Iacop non si dimostra allarmato. «Ognuno risponderà per la sua parte - commenta - e comunque siamo davanti a una vicenda che fa parte del passato. Su questi aspetti noi siamo intervenuti riducendo i fondi ai gruppi, abbiamo tagliato il numero di consiglieri e tolto i vitalizi. Per noi è una fase già superata. Conseguenze per l’immagine dell’istituzione? Se la stessa attenzione fosse dedicata ad altri sistemi in cui gira denaro pubblico…». I diretti interessati si dicono sereni. Narduzzi: «Le ricevute ci sono, siamo collaborativi e possiamo chiarire». Ciani: «Contestano un po’ tutto, ma credo di essere in grado di giustificare. Altrimenti verserò il dovuto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo