Spese folli, la Procura chiede il rinvio a giudizio per 22 consiglieri regionali del Fvg

I berluscones, a naso, stavolta dovrebbero essere maggioranza. E quelli del Pd, allora? Dietro i leghisti, stando almeno a ciò di cui si ha, ad oggi, notizia. No, qui non è questione di seggi, anche se un “giro” elettorale si è appena concluso. E forse non è un caso, se la si vuol dire tutta, che il soggetto che si doveva muovere, cioè la Procura, abbia deciso di farlo - e di darne comunicazione, benché “di minima” - proprio a voto europeo archiviato. Ieri, infatti, il procuratore capo Carlo Mastelloni e il pm Federico Frezza, che in questi mesi ha coordinato le indagini sulle spese pazze del Consiglio regionale, hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio per 22 inquilini di piazza Oberdan. Ex e/o in carica. Ma soprattutto ex.
Diverse le accuse. L’ipotesi di reato più ricorrente è, com’è noto, il peculato. Gli illeciti contestati si riferiscono a rendicontazioni e rimborsi ritenuti impropri - o meglio del tutto improbabili sotto il profilo penale oltre che morale - avvenuti tra il 2008 e il 2011. I consiglieri per cui la magistratura inquirente ha chiesto alla magistratura giudicante il rinvio a processo «appartengono a più partiti presenti all’epoca nel Consiglio regionale», come si legge dall’agenzia Ansa. E qui finisce la comunicazione, appunto, “di minima”. Il procuratore capo Mastelloni, interpellato dal Piccolo, non ha rilasciato commenti. Nessun dettaglio, quindi, è potuto arrivare ieri né dagli ambienti investigativi della Guardia di finanza né, tantomeno, da quelli legali. Quelli dei vari avvocati che, finora, hanno assistito i politici sotto indagine. E non potrebbe essere diversamente. Il deposito delle richieste di rinvio a giudizio è un atto tutto interno a Palazzo di Giustizia.
Le carte non fanno nemmeno un piano di scale: dalla Procura alla cancelleria Gip. Usciranno solo nel momento in cui (succederà è presumibile a breve) un Gup, un Giudice per le indagini preliminari, le prenderà in mano e fisserà un’udienza proprio per l’esame del rinvio a giudizio. A quel punto la convocazione sarà notificata a indagati e difensori. Morale: ad oggi non è dato sapere quali siano i 22 consiglieri per cui la Procura vuole il processo.
Per intanto si può solo prendere atto che, a fronte di 17 posizioni già archiviate, proprio 22 sono quelle di cui, nel recente passato, si ha avuto notizia di un avviso di conclusione indagini, preludio non scontato di una successiva istanza di rinvio a giudizio. Non scontato perché non si può escludere - anzi, ieri in serata dagli stessi ambienti legali l’evenienza veniva data per possibile - che nel rush finale di queste ultime settimane le indagini abbiano prodotto qualche nuova archiviazione tra quelle 22 posizioni, non ancora notificata, come qualche “new entry”, pure questa non ancora notificata: un turn-over sottotraccia, insomma, tale da lasciare inalterato il numero degli indagati.
Premesso questo, i consiglieri che, si sa, hanno ricevuto in precedenza un personale avviso di conclusione indagini, e delle cui posizioni non si hanno, per il momento, notizie di archiviazione, sono appunto 22, dei quali quattro in carica: l’ex governatore Renzo Tondo, il suo ex assessore Elio De Anna, la capogruppo della Lega Mara Piccin e il Pd Daniele Gerolin. Dieci (11 con Roberto Asquini che ha finito la legislatura nel Gruppo misto) vengono dal “fu” Pdl: oltre a Tondo e De Anna, la lista comprende Massimo Blasoni, Maurizio Bucci, Piero Camber, Elio De Anna, Daniele Galasso, Roberto Marin, Antonio Pedicini, Piero Tononi e Gaetano Valenti. Cinque (sei con l’ex presidente dell’aula Edouard Ballaman che ha chiuso nel “Misto”) sono del Carroccio: con la Piccin ecco Ugo De Mattia, Danilo Narduzzi, Enore Picco e Federico Razzini. Chiudono il conto Stefano Alunni Barbarossa (Cittadini) e quattro Pd: oltre a Gerolin, Sandro Della Mea, Gianfranco Moretton e Alessandro Tesini.
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