Spese folli e veleni, inchiesta sul Collegio del Mondo Unito

La Corte dei conti apre un fascicolo sulla gestione dell’istituto di Duino. I vertici: «È la quarta volta. Sinora sempre assolti»
L'ingresso al Collegio del Mondo Unito (Silvano)
L'ingresso al Collegio del Mondo Unito (Silvano)

TRIESTE. Una lettera anonima contenente accuse gravi nei confronti dei vertici del Collegio del Mondo Unito di Duino. E pure molto dettagliate, con nomi, cognomi, parentele e circostanze. Al punto che la Corte dei conti, che ha ricevuto la missiva al pari di alcune forze politiche, ha deciso di aprire un fascicolo sulla vicenda. La conferma arriva dal Procuratore regionale Tiziana Spedicato, che ha affidato il dossier a uno dei suoi vice. La reazione dell’istituto? A parlare è il segretario generale Valentina Bach: «Si tratta di argomenti sollevati in passato da due precedenti segnalazioni anonime. In entrambi i casi è intervenuta la magistratura contabile. Le indagini non hanno rilevato alcunché di irregolare e siamo stati pienamente assolti con tre diverse sentenze».

Un caso già visto, in sostanza, sostengono a Duino. «Gli argomenti di questa lettera sono gli stessi usati gli anni scorsi, cambiano soltanto i nomi degli interessati perché si rinnovano presidenti e rettori» a Bach. In quest’ultima occasione a scrivere è «un gruppo di ex studenti del Collegio» che premettono di ritrovarsi periodicamente con amici ed ex compagni per parlare del passato e del presente dell’istituto. Quella che segue è una denuncia molto dura innanzitutto nei confronti della moglie del rettore Liz Price e dell’ambasciatore Gianfranco Facco Bonetti, di cui si ricordano le tappe: nel 2006 vicepresidente del cda e dal 2008 presidente del Collegio, con nomina definitiva nel 2013. Secondo gli anonimi mittenti, Price, contratto di lavoro quale dipendente amministrativo, «a differenza di tutti gli altri lavoratori obbligati a timbrare il cartellino della presenza e con l’obbligo della richiesta e programmazione delle ferie, oltre che del rispetto di orari settimanali precisi», risulterebbe «totalmente esente da tali incombenze: va e viene quando vuole, utilizza flessibilità che nessun altro ha, sembra quasi che per lei sia stato creato un posto ad hoc».

Quanto a Facco Bonetti, la lettera afferma che «fino al 2012 il Collegio pagava 1.900 euro al mese per l’affitto di un lussuoso appartamento a Trieste in cui viveva prima di essere nominato presidente. Una spesa giustificata come rimborso per l'affitto dell’appartamento di rappresentanza». E ancora si afferma che «dal 2014 il presidente vive a Berlino, dove ha il domicilio, ma ha voluto che la sua residenza fosse presso il Collegio. Il trasferimento da Trieste a Duino ha comportato la disponibilità di uso esclusivo di uno degli appartamenti riservati per gli ospiti». La conseguenza? Sempre secondo l’anonima penna «è necessario a volte fare alloggiare gli ospiti in albergo a spese del Collegio».

Accusato ancora Facco Bonetti di «enorme quantità delle richieste di rimborso per qualsiasi viaggio per lavoro o missione, spesso per due persone: si intuisce che anche la moglie viaggia a spese del Collegio» (nel testo si citano un presunto viaggio del 2009 in Canada e rimborsi per gli spostamenti Berlino-Duino e per quelli da Trieste a Duino), la conclusione è che «si potrebbe pensare che ci sia in atto una strana alleanza tra presidente, rettore Michael Price e segretario generale per cui l’uno copre l’altro e viceversa... Vista la gestione alquanto leggera di risorse che provengono in maggior parte da istituzioni pubbliche, riteniamo oltremodo utile un adeguato e costante controllo esterno». Fatti e commenti che il Collegio consegnerà agli avvocati. Con tanto di probabile denuncia per diffamazione nei confronti di ignoti.

Nell’attesa però stupisce, a Duino, il quarto intervento della Corte dei conti. Bach cita infatti le sentenze 72 e 112 del 2013 e la 14 del 2014. La prima conseguenza di una segnalazione, sempre anonima, di un fantomatico “Salviamo il Collegio”. La seconda, come questa quarta puntata, prodotta dalla denuncia di un gruppo di ex studenti. La terza «durante lo svolgimento di approfondite indagini a seguito delle prime segnalazioni. In tutti i casi siamo stati assolti».

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