Spese del Consiglio in crescita dal 2018, ma con la paghetta le sedute calano

Crollo delle convocazioni delle commissioni da un anno all’altro, costi su del 25%. Il M5S attacca: «Effetti dell’indennità fissa»
Silvano Trieste 2019-06-03 Elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Panteca
Silvano Trieste 2019-06-03 Elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Panteca

TRIESTE. Lavora meno, costa di più. È la sintesi dell’operato del Consiglio comunale nei primi sei mesi del 2019, se si raffrontano i dati a quelli del primo semestre dell’anno scorso: le sedute delle commissioni sono scese da 139 a 100, mentre la spesa per le indennità dei consiglieri e del presidente sono aumentate del 24,9%, pari a circa 35 mila euro.



L’offensiva del M5S

Sono numeri che alimentano le recenti polemiche sull’efficacia del passaggio al nuovo sistema delle indennità fisse, ma anche sulle gestione del vecchio sistema a gettoni. Attacca il capogruppo del M5S Paolo Menis: «Ora abbiamo la prova provata del fatto che il sistema dei gettoni veniva gestito male e che l’indennità fissa non è stata la soluzione migliore». Prosegue: «Ora che c’è il indennità fissa (adottata nel gennaio 2019 ndr) le convocazioni scendono. Il che significa che davvero i numeri di prima, ai tempi del gettone, erano eccessivi. Ciò significa che già allora si sarebbe potuto fare meno sedute, e si sarebbe speso meno di quanto facciamo ora».

Le commissioni

Il calo delle sedute dei commissari è un fenomeno complesso. Le commissioni che fino al 2018 venivano retribuite a gettone, ovvero quelle dalla prima alla sesta, registrano cali significativi. La prima commissione, presieduta fino all’anno scorso dal leghista Antonio Lippolis (poi asceso al Consiglio regionale), ha pressoché dimezzato le convocazioni, passando da 17 a 9 sedute nei primi sei mesi del 2019. La seconda commissione, presieduta dal dipiazzista Roberto Cason, scende da 25 a 10. La terza cala da 21 a 13: ora presieduta dal dipiazzista Massimo Codarin, fino a pochi mesi fa era guidata dall’attuale presidente d’aula Francesco Panteca. Quasi dimezzano, ma su numeri più contenuti, le quarta e quinta (da 15 a 8 e da 9 a 5) presiedute dai forzisti Michele Babuder e Manuela Declich. Resta invece quasi in paro la VI guidata da Salvatore Porro, Fratelli d’Italia: da 16 a 14.

Commenta Porro: «Le competenze della nostra commissione sono tante, dalla municipale alla viabilità. A noi piace andare in giro perché solo a contatto con la gente si capiscono davvero i problemi. Ultimamente ne ho fatte un paio davanti alla stazione centrale, per ascoltare i bisogni degli autisti». Iniziative che ora sono più facili da realizzare, rileva Porro: «Grazie a Dio il presidente Panteca è favorevole ai sopralluoghi. Con il suo predecessore Gabrielli era difficilissimo, si opponeva sempre».

Porro risponde con un «no comment» alla richiesta sull’andamento delle altre commissioni, sottolineando però di non aver mai pensato ai gettoni come provano i numeri dell’attività: «Sono un pensionato, per grazia di Dio, e non devo pensare ai soldi».

L’azzurro Babuder dice: «La mia commissione registra un calo fisiologico ma non ne convocavo molte neanche prima, lo provano i raffronti. Sono stato sempre oculato».

Le altre commissioni, meno politiche e magari non a gettone col vecchio sistema, restano invece più o meno sugli stessi ritmi. Sul calo dal 2018 pesa anche l’istituzione della commissione speciale sull’accoglienza, quest’anno assente.

I costi complessivi

La spesa per l’aula da gennaio a giugno 2018 è stata di 142 mila euro. Quella per la stessa finestra dell’anno in corso ammonta a 177 mila 357 euro. Nelle settimane scorse il presidente del Consiglio Francesco Panteca aveva invitato alla calma dicendo che bisognava attendere la fine dell’anno per valutare i costi totali. Panteca aveva citato un calo nei rimborsi per i datori di lavoro pari al 30%. In effetti si è passati da 26 mila euro circa a 18 mila. Il rimborso viene dato ai datori dei consiglieri dipendenti in caso di commissioni durante l’orario di lavoro, e il calo conferma l’alleggerirsi del carico lavorativo.

L’ex presidente Marco Gabrielli, Lista Dipiazza, non commenta: «Non mi occupo più di questa cosa e i costi della politica non sono mai stati una mia bandiera. Ho sempre cercato di appellarmi al buon senso». —


 

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