Spese da contenere, la Provincia “taglia” anche su benzina e carta
Una volta si scrivevano i piani di investimento, adesso si producono piani per il contenimento della spesa, perfino pluriennali. Lo ha fatto la Provincia e il capitolo più sensazionale è quello sul risparmio della carta: non si sa più dove tagliare, tutte le riviste sono on line e altrettanto ogni comunicazione interna. Vietato ridere, naturalmente, parlando dei vari tipi di carta. Non tutta può diventare virtuale. Invece sono state vendute lo scorso dicembre tre automobili. La ex Casa del lavoratore sulle rive, già ufficialmente Casa del cinema per le varie associazioni che producono festival, sarà interamente ceduta all’associazione unica, che farà anche la gestione e si pagherà le spese.
Più dura sarà per i dipendenti della Provincia, ente in Italia sempre sul chi va là, minacciato di chiusura. Se usano le residue necessarie automobili, per risparmiare sul fornitore di benzina ingaggiato dovranno andare in cerca dei rari distributori di quel marchio presenti a Trieste e dintorni. Facendo più chilometri e in più tempo. Conviene davvero? Chi lo sa.
Sono alcuni dei punti del “Piano triennale di razionalizzazione 2013-2015 per il contenimento delle spese di funzionamento”, e l’assessore alle Finanze e al Patrimonio, Mariella De Francesco, afferma che è un atto obbligatorio, e che a Trieste (perso già il 30% del finanziamento regionale, e tagliate e razionalizzate perfino le linee telefoniche), si è riusciti con gran fatica a raschiare ancora un 7% di uscite. Una parte però è risparmio forzato per calo dei dipendenti: «Ci è impossibile assumere, ma la mobilità in uscita esiste eccome - dice De Francesco -, la Regione in due anni, facendo selezioni interne al nostro personale, ci ha portato via 7 dipendenti, mentre a noi crescono a dismisura gli obblighi burocratici, per esempio per la “Trasparenza”, cosa ineccepibile per un ente pubblico, ma gravosissima da realizzare». Restano comunque 220 dipendenti compresi quelli dell’ufficio della Motorizzazione civile in via Mazzini, per un costo annuo di 10 milioni di euro.
In più la “spending review” è la legge meno aggirabile: «Ogni anno non possiamo prendere più del 20% di consulenze dell’anno prima, e per gli arredi possiamo spendere solo il 20% di quanto pagato nei tre anni precedenti, con il bel risultato - afferma l’assessore - che per la scuola nuova di Villa Giulia abbiamo potuto comprare solo questa quantità di mobili nuovi, per il resto siamo stati obbligati ad arredare coi vecchi. Pagando però per il trasloco». Chi gestisce le regole e tira le somme ogni tanto si domanda, col dovuto rispetto, se nello schema vi sia un’intelligenza vera oltre che una logica di ferro.
Nel piano ci sono pure progetti di dismissione di immobili, mentre 60 mila euro sono stati già risparmiati quest’anno con l’immissione di stampanti “più performanti”, e già ci si prepara a dover dotare le scuole superiori di adeguata strumentazione perché, mentre il ministero dell’Economia taglia, quello della scuola impone la lavagna interattiva in classe. E bisognerà pure farla funzionare. Nelle scuole peraltro sono stati dalla Provincia già sostituiti i sistemi telefonici (ogni acquisto avviene in via centralizzata attraverso la convenzione Consip) e così tra 2011 e 2012 si è realizzato un risparmio di altri 65 mila euro abbondanti. La missione è spendere solo per cose che produrranno appunto risparmio futuro.
Ma la Provincia, che ha varato lo splendido progetto del Centro teatrale di Aurisina ideato da Francesco Tullio Altan, con la riqualificazione del borgo, della vicina cava e della piazza, dopo aver messo a disposizione l’ex ricreatorio inutilizzato (del valore di 177 mila euro) non ha altro da dare. «Il 14 giugno riuniamo il comitato scientifico - annuncia De Francesco - e poi col valore aggiunto che porta in sè questo progetto cercheremo i soldi per realizzarlo».
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