Spesa sospesa in undici supermercati

Partita l’iniziativa solidale che coinvolge Coop Nordest, Comune e Prefettura. Priorità alle famiglie in difficoltà con minori
Di Gianpaolo Sarti

Una mano al cuore e una al portafoglio. Basterà anche un solo euro per contribuire a riempire un carrello della spesa e aiutare, così, chi è in gravi difficoltà economiche. È partito proprio in questi giorni “La spesa SOSpesa”, il progetto di solidarietà che coinvolge tutti i supermercati della Coop Nordest. Undici punti vendita: dai centri commerciali Torri d'Europa e Montedoro, ai supermercati di quartiere come Barriera Vecchia, San Giacomo, Roiano, Poggi Sant'Anna, Borgo San Sergio, via della Tesa, via Palestrina, Cavana e, in Carso, a Sgonico. Il sistema, ideato dal Centro servizi volontariato del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di Trieste e la Prefettura, è molto semplice. Quando il cliente arriva alla cassa per pagare, può decidere di versare una piccola somma, ognuno secondo le proprie disponibilità. In questo modo si crea un conto aperto che sarà utilizzato per i più bisognosi. Chi dona riceverà un regolare scontrino, non fiscale, che attesta il versamento.

I soldi raccolti vengono messi a disposizione degli uffici dell’assessorato al Welfare che, a rotazione e su segnalazione degli assistenti sociali, scelgono quale nucleo famigliare sostenere ogni settimana, dando priorità a chi deve mantenere figli minorenni. La spesa potrà essere ritirata direttamente al supermercato ogni sabato pomeriggio con orario 17-19. Qui i beneficiari troveranno un volontario del Csv dedicato proprio a questo. I prodotti sono quelli di prima necessità, come pasta, latte, riso, biscotti, carne e uova, ad esempio. C’è la Nutella, ma non gli alcolici. Nella prima fase di avvio si conta di garantire una spesa da 50 euro per famiglie fino a quattro persone e di 80 euro dai cinque componenti in su. «L’auspicio – ha affermato l’assessore Laura Famulari – è che questo progetto possa diventare una modalità di aiuto consolidata e che possa allargarsi ad altre catene della distribuzione alimentare. Anche perché – ha osservato – nonostante questo Comune per il sociale metta in circolo il doppio delle risorse stanziate mediamente nel Paese, gli aiuti non bastano mai. Continuano ad aumentare, perché sempre più persone sono in difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena».

D’accordo il prefetto Francesca Adelaide Garufi: «Quando mi è stata sottoposta l’idea ho aderito subito, perché questa è un’attività strutturata che potrebbe sopperire a tante sofferenze del nostro territorio. Devo dire comunque che in questa città ho riscontrato un livello di solidarietà molto alto». Il numero delle famiglie che di qui in avanti si potranno sostenere dipenderà naturalmente dall’entità delle offerte che ogni settimana si riusciranno a raccogliere. «Per noi questo è un progetto molto importante – ha rilevato Annamaria Rossi Giove, presidente del distretto sociale di Coop Nordest a Trieste – perché coinvolge la generosità dei cittadini e di quanti si sono impegnati per realizzarlo. Il mio pensiero e il mio augurio va alle tante famiglie bisognose».

L’iniziativa nasce per far fronte a una povertà così grave – si legge nei documenti che accompagnano l’iniziativa – che la rete di enti, onlus e aziende che si occupano di offrire gratuitamente beni materiali agli indigenti, non sono più in grado di coprire le richieste. L’altra parte del progetto mira a portare nelle scuole programmi di educazione e sensibilizzazione su sprechi, risorse e solidarietà, per diffondere tra i più giovani l’idea del “consumo consapevole”. Un plauso anche da Giovanni Barbo, consigliere comunale Pd e Presidente Prima Commissione consiliare. «La proposta è innovativa – sottolinea – anche perché sorge grazie a sinergie dell'amministrazione con soggetti istituzionali e privati, con il comune obiettivo di individuare e mettere a disposizione nuove strategie rispetto a temi sempre più rilevanti e delicati, in questo periodo di crisi. Temi su cui, tra l'altro, si è lavorato bene negli scorsi mesi anche in Prima Commissione – rimarca – a dimostrazione del fatto che su questioni del genere si può e si deve cercare di unire forze e idee».

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