Spesa e bollette sempre più care, a Trieste l’inflazione sale del 7,5%

Consistenti aumenti sulle bollette di acqua e gas e gasolio. Alimentari: rincari per te, frutta e carne. Cala il pesce

TRIESTE. Più decisa e implacabile che mai, l'inflazione ha ripreso a galoppare. Anche a Trieste dove, nel giro di un anno, l'indice di prezzi al consumo è cresciuto di 2,5 punti percentuali. Un rialzo netto che alleggerisce i portafogli e pesa sui conti di famiglie e imprese, contribuendo ad ingrossare le fila di quanti, e sono sempre di più, faticano ad arrivare alla fine del mese. La conferma della tendenza già abbondantemente avvertita da chi è abituato a guardare bene i cartellini dei prodotti prima di fare acquisti, arriva delle rilevazioni del Comune. Secondo le prime stime, nella nostra città a febbraio l'inflazione è salita dello 0,2% rispetto al mese di gennaio. Più che dalla variazione su base congiunturale, però, le brutte notizie arrivano dal dato tendenziale. Se anzichè con il mese precedente, l'andamento dei prezzi si confronta con lo stesso periodo dello scorso anno, infatti, si scopre che la curva è salita del 2,5%.

La voce che, più di tutte, ha inciso sulla crescita tendenziale è quella relativa a bollette e spese per la casa. Con un aumento dello 0,7% rispetto a gennaio e un balzo addirittura del 7,5% rispetto a febbraio 2010, il capitolo riferito ad abitazione, acqua, energia e combustibili ha registrato infatti la più alta variazione annua. Colpa, prima di tutto, del prezzo del gasolio per riscaldamento (+1,8%), ma anche dei rincari nelle spese di manutenzione (+1,2%) e degli affitti per le abitazioni principali (+0,5%). Il primato della crescita su base mensile, invece, spetta alla ristorazione e ai servizi ricettivi: +0,7% rispetto a gennaio (in calo, per contro, il dato congiunturale con un -0,8%).

Una volata su cui pesano prima di tutto i prezzi di alberghi e villaggi vacanze (+2,2%), ma anche i pasti al ristorante, costati lo 0,4% in più rispetto al mese precedente. A incidere sensibilmente sui bilanci dei triestini, poi, sono state le spese sostenute per i trasporti. I biglietti delle linee marittime sono rincarati del 6,9%, quelli aerei del 3,2%. Uniche gioie i collegamenti ferroviari, diminuiti dello 0,3%. Variazioni che, nel complesso, fanno chiudere questo capitolo a quota +0,5% su base mensile e +5,7% su base annua. Non sfuggono alla mannaia dell'inflazione nemmeno i generi alimentari (+0,4 e +2,8%). A costare sensibilmente di più rispetto a gennaio, per esempio, sono stati i pacchi di caffè e te (+3%), la frutta (+2,7%) e la carne (+0,6%).

Più convenienti, invece, ortaggi di stagione e pesce, sceso di poco (-0,25), ma comunque sceso. Diminuiti, almeno su base mensile, anche i prezzi di decolleté e scarpe sportive (-0,4%, a fronte però di una crescita congiunturale del capitolo calzature e abbigliamento dell'1,3%), gioielli (-1,3%), apparecchi telefonini e fax (-0,5%). Completano il quadro spese mediche e acquisti per la casa. Le prime sono cresciute rispettivamente dello 0,2% e dell'1% (ben superiori, però, i rincari delle parcelle dei dentisti, che a febbraio hanno chiesto ai pazienti l'1,4% in più di quanto esigevano 30 giorni prima).
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