Speranza supera l'ordinanza di Fedriga che dava il via libera allo sci dal 19 febbraio: piste chiuse fino al 5 marzo

A poche ore di distanza dal provvedimento del governatore è arrivato il parere negativo del Comitato tecnico scientifico che rimandava la scelta all'esecutivo nazionale. Poi, in serata, il provvedimento firmato dal ministro della Salute

TRIESTE. Il ministro della Salute accoglie gli inviti arrivati dal Comitato tecnico scientifico e dal consulente Ricciardi firmando in serata una nuova ordinanza che vieta le attività sciistiche amatoriali in tutto il territorio nazionale fino al 5 marzo. Il provvedimento, spiega una nota, «tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanita».

In mattinata era arrivata l'attesa ordinanza regionale che il governatore Fedriga aveva firmato dando il via libera alle aperture degli impianti sciistici a partire da venerdì 19 febbraio. Ma a poche ore dalla firma di Fedriga, è arrivato il parere negativo del Cts. Infine, in serata, il provvedimento del ministro.

Il testo integrale dell'ordinanza Fvg, ormai superata dal provvedimento di Speranza:

Sergio Bini, assessore regionale al Turismo, aveva già anticipato che lo slittamento di qualche giorno dell'apertura delle piste da sci rispetto a quanto permesso nelle altre regioni era stata contemplata in Fvg per evitare che la ripartenza coincidesse con i tre giorni - da lunedì 15 a mercoledì 17 febbraio -di chiusura delle scuole per Carnevale.

«Purtroppo quaranta giorni di stagione non basteranno a risolvere il problema economico di un comparto duramente penalizzato – ha ribadito l’assessore –, ma l’importante è fare le cose in totale sicurezza, scongiurando il pericolo di assembramenti».

Con la nuova ordinanza specifica il presidente della Regione ha insomma cercato di evitare l'assalto alle località montane. Serve prudenza, ragionano a Palazzo, seguendo una linea simile a quella del Veneto che con Luca Zaia ha firmato l’ordinanza per partire il 17.

Il parere negativo del Cts

Uno scrupolo che non è stato comunque ritenuto sufficiente. A poche ore di distanza dalla firma di Fedriga è infatti arrivato il parere negativo da parte del Comitato tecnico scientifico.

Alla luce delle «mutate condizioni epidemiologiche», riporta l'Ansa, dovute «alla diffusa circolazione delle varianti virali» del virus, «allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale».

Con queste parole il Comitato tecnico scientifico ha risposto alla richiesta del ministro della Salute Roberto Speranza di «rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura» dello sci «rimandando al decisore politico la valutazione relativa all'adozione di eventuali misure più rigorose».

«In questo momento le attività che comportino assembramenti non sono compatibili con il contrasto alla pandemia da Covid-19 in Italia e gli impianti da sci rientrano in tali attività. Non andrebbero riaperti», ha affermato all'Ansa Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. «Non dimentichiamo - ha sottolineato Ricciardi - che la variante inglese è giunta in Europa proprio passando dagli impianti di risalita in Svizzera.

Friuli Venezia Giulia in zona gialla: cosa è possibile fare e cosa no

Tornando a quanto previsto in fascia gialla, i residenti si muoveranno ancora liberamente tra comuni; bar e ristoranti potranno aprire dalle 5 alle 18 (con obbligo di consumazione da seduti a partire dalle 11 come prevede l'ordinanza regionale); i musei saranno accessibili dal lunedì al venerdì.

A Trieste, oggi, 14 febbraio, in tanti hanno deciso di approfittarne per una passeggiata in piazza Unità, resa piacevole grazie anche alla giornata di sole e all'assenza di bora.



Il contesto rimane però sempre quello delle misure restrittive anti-Covid.

E dunque non solo si dovrà rinunciare alla cena fuori casa, ma pure a cinema, teatro, palestre, piscine, sport di contatto, attività sulla cui riapertura deciderà il nuovo governo e che sono dunque vietate almeno fino al 5 marzo, giorno in cui, oltre all’ordinanza Fedriga, scadrà il Dpcm del Conte II che ha pure disposto il coprifuoco dalle 22 alle 5.

Fino al 25 febbraio, inoltre, come da proroga decisa a Roma l’altro ieri, sono vietati gli spostamenti tra regioni, pure se di colore giallo.
 

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