Speleologo cerca una grotta e trova una granata inesplosa

Stefano Bizzi / Doberdò del Lago
La presenza a Marcottini di un presunto ordigno bellico risalente alla Prima guerra mondiale era stata segnalata da uno speleologo spagnolo che lo aveva notato nelle fasi di ispezione e ricerca di una nuova grotta e si era insospettito segnalando la sua presenza alle autorità.
La segnalazione si è poi rivelata fondata e si è reso necessario l’intervento degli artificieri del Terzo reggimento Genio guastatori di Udine.
Accompagnato sul posto dai carabinieri di Doberdò del Lago, il reparto specializzato della Brigata Pozzuolo del Friuli si è trovato di fronte a una granata di artiglieria calibro 75 mm He. Il proiettile ad alto esplosivo di nazionalità italiana era ancora attivo. Una volta messo in sicurezza è stato quindi trasportato dal personale militare sul greto del Torre dove è stato fatto brillare in sicurezza all’interno di una buca.
Non è stato invece distrutto l’ordigno individuato nel Basso Isontino che è stato oggetto del primo intervento della stessa giornata. Scortati dalla Capitaneria di Porto di Monfalcone, precedentemente, i guastatori dell’Esercito erano entrati in azione alla Cassa di colmata del Lisert, dove giorni addietro un escursionista aveva allertato le forze dell’ordine. A insospettirlo era stata la presenza di un oggetto anomalo.
Anche in questo caso, una volta sul posto, il team Cmd-Conventional Munition Disposal della caserma Berghinz di Udine ha confermato la presenza di un ordigno bellico ancora attivo, sempre di nazionalità italiana e sempre risalente alla Prima guerra mondiale. L’ordigno però è stato catalogato come una granata di artiglieria calibro 155 mm “a presunto caricamento chimico”.
Per le sue caratteristiche il proiettile non poteva però essere gestito dagli artificieri del Terzo Reggimento Genio guastatori. Per tale motivo la granata è stata messa in sicurezza, occultata in un luogo sicuro e lasciata nella disponibilità della Capitaneria di Porto in attesa dell’intervento di un apposito team del Cetli-Centro Tecnico Logistico Interforze di Civitavecchia.
Dal momento che l’unico ente nazionale autorizzato a intervenire su ordigni a caricamento chimico è il reparto laziale, l’intervento del Cetli è richiesto dalle procedure di sicurezza. Per questo, in attesa dell’arrivo del nucleo specializzato, la granata italiana da 155 mm è stata trasportata e nascosta in un luogo sicuro lontano da occhi indiscreti e soprattutto da possibili malintenzionati.
Alla luce di quanto accaduto nei giorno scorsi a Gorizia, dove una bomba a mano è stata abbandonata su una panchina del colle del castello, è bene ricordare che chiunque dovesse imbattersi in oggetti che possono richiamare ordigni bellici non deve toccarli, ma deve segnalarne la presenza alle autorità. —
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