Addio a Furio Premiani: una vita dedicata alla speleologia
È stato il presidente del Gruppo Speleologico San Giusto per ben 30 anni e ha guidato la Federazione speleologica triestina e regionale. Aveva 79 anni

Lutto nel mondo della speleologia regionale per la scomparsa di Furio Premiani, noto per il suo impegno nella promozione e divulgazione della speleologia in Friuli Venezia Giulia. Premiani è scomparso in questi giorni all'età di 79 anni, a causa di una malattia che lo aveva colpito nei mesi scorsi.
I funerali si terranno sabato 8 febbraio all Cimitero di Sant'Anna a Trieste, dove colleghi, amici e appassionati della speleologia gli renderanno omaggio.
Nato a Trieste nel 1946, Premiani si è avvicinato alla speleologia nel 1962. A soli 15 anni ha iniziato a esplorare il mondo delle grotte. Nel 1988 diventa socio del Gruppo Speleologico San Giusto, dove è distinto rapidamente non solo per la sua passione, ma anche per le sue doti tecniche e umane. Tanto che, in appena un anno, assume la presidenza del gruppo, carica che ha ricoperto per ben 30 anni, fino al 2018.
Durante la sua presidenza, il gruppo si è espanso, superando i confini del Carso triestino tra cui spicca la riscoperta dell'area carsica montana dei Monti Musi, che portò alla scoperta, esplorazione e catalogazione di oltre 220 nuove grotte.
Appassionato di fotografia e topografia, Premiani è diventato promotore della pubblicazione scientifica "Ipogea", attiva dal 1994, e ha contribuito all’organizzazione di "Bora 2000", il raduno itinerante della speleologia italiana.
Nel 2005 è diventato presidente della Federazione Speleologica Triestina e nel 2014 ha assunto la presidenza della Federazione Speleologica Regionale, cariche che ha mantenuto ininterrottamente fino alla sua scomparsa.
Con l’avanzare dell’età, Premiani ha iniziato a dedicarsi anche all’archeologia, concentrandosi sulla preistoria delle grotte del Carso triestino. Nel 2007 è diventato promotore dell'aula didattica della Grotta Nera di Basovizza, che ha accolto centinaia di bambini delle scuole, offrendo loro una ricostruzione ambientale di come l'uomo preistorico abitava le grotte del Carso.
Dal 2002 è stato anche guida professionale iscritta all'Albo Ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia, formando numerosi nuovi speleologi e promuovendo la tutela e lo studio delle cavità naturali.
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