«Specialità Fvg sotto attacco». Pd contro Pd

Il senatore Sonego contesta il testo del governo: «Un’aggressione al Fvg». Serracchiani: «Lavoreremo per migliorarlo»
Di Marco Ballico
Foto Bruni 02.12.13 Matteo Renzi al caffè S.Marco con Cosolini e Serracchiani
Foto Bruni 02.12.13 Matteo Renzi al caffè S.Marco con Cosolini e Serracchiani

TRIESTE. L’altolà, stavolta, lo piazza per primo Lodovico Sonego. Il senatore del Pd legge la versione ufficiale del ddl governativo per la riforma del Titolo V e, dal punto di vista delle specialità regionali, la trova perfino peggiorata rispetto alla bozza di venti giorni fa. «Un attacco inaccettabile al Friuli Venezia Giulia e alle altre “speciali”», tuona Sonego denunciando il rischio di perdere i poteri su enti locali, cultura e urbanistica. La presidente Debora Serracchiani è più prudente ma incalza a sua volta: «Per le autonomie il ddl va migliorato».

L’aggressione Dopo le rassicurazioni di Matteo Renzi, e pure di Serracchiani, tanto più quando la Conferenza delle Regioni ha partorito un documento che impone il rispetto degli Statuti speciali, così come accaduto con la riforma costituzionale del 2001, qualcosa è cambiato. Al punto che Sonego parla di «aggressione» a Regioni e Province autonome citando l’articolo 33 comma 13 del ddl uscito da Palazzo Chigi: «Le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano sino all’adeguamento dei rispettivi statuti».

Il giallo Un passaggio delicatissimo che viene però “corretto” nel sito del governo con l’aggiunta di un «non»: «Le disposizioni non si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano sino all’adeguamento dei rispettivi statuti». Solo un refuso come si ritiene in Conferenza delle Regioni? Secondo alcune indiscrezioni la modifica è effetto della rivolta notturna di alcuni parlamentari sudtirolesi arrivati al punti di minacciare l’uscita dalla maggioranza.

Il punto fermo Serracchiani non interviene sul giallo ma considera comunque «un punto fermo importante» il fatto che alle Regioni autonome venga lasciato il tempo di adeguare gli statuti. Ma, aggiunge la governatrice, «resta del lavoro da fare» perché il testo «è ancora lontano dalle indicazioni fatte proprie dalla Conferenza delle Regioni» E dunque «lavoreremo per emendarlo e migliorarlo». Perché «non si possono fare passi indietro rispetto alla prima versione: sarebbe incomprensibile se una riforma di razionalizzazione avesse l’aspetto e la sostanza di una nuova centralizzazione».

Fvg sotto attacco Sonego, invece, non vede alcun «punto fermo». Fosse ufficiale la versione pubblicata sul sito, «si tratterebbe comunque di una lesione della specialità, seppure a scoppio ritardato». Letti i vari commi del ddl, il senatore del Pd descrive lo scenario di un Fvg «sotto attacco» e chiede una «reazione adeguata». «La norma di salvaguardia proposta al comma terzo dell’articolo 116 della Costituzione con il ddl depositato nei giorni scorsi, di cui sono primo firmatario insieme ad altri 28 senatori “speciali” è importante e tempestiva».

I poteri Senza quella norma, il nuovo articolo 117 ridisegnerebbe anche per le Regioni autonome la mappa dei poteri, stabilendo l’esclusività dello Stato in materia di ordinamento degli enti locali (compresi organi di governo, legislazione elettorale e città metropolitane), attività culturali e territorio, in sostanza l’urbanistica, «da sempre uno dei tratti distintivi del buon governo Fvg», sottolinea Sonego. E dunque: «Il governo faccia un passo indietro. La specialità non si tocca».

La polemica Vicenda complessa anche in casa Pd, come rileva Gianfranco Moretton: «Ormai le baruffe tra le diverse fazioni in campo sono quotidiane, quasi come in una guerra fratricida, anche in regione. A fronte di questa deplorevole situazione che vede gli esponenti del Pd incapaci di fare squadra nella difesa delle prerogative regionali, la preoccupazione di uno scippo dell’autonomia è più che mai giustificata».

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