Speciale anti-fusione, scontro a Staranzano
STARANZANO. Bufera a Staranzano dopo la pubblicazione di un’indagine pubblicata sul bollettino comunale che illustrava la fusione tra Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano. «È un servizio di parte, fuorviante e contro la “Città Comune”, quello descritto nel giornale distribuito alle famiglie da parte dell’amministrazione comunale che non mette in evidenza i reali benefici della fusione», protesta Gionata Pacor, portavoce del Comitato promotore del referendum riaccendendo lo scontro tra favorevoli e contrari sulla nascita della “Città Comune”.
Le accuse rivolte al Comune riguardano, infatti, lo studio effettuato da Franco Iurlaro, contrapposto a quello di Rudi Vittori, che spiegava invece i vantaggi economici e i risparmi ottenibili con una riorganizzazione delle amministrazioni comunali. «Troviamo scorretto - afferma Gionata Pacor - che l’amministrazione comunale, direttamente o indirettamente, elabori uno “speciale” per presentare ai cittadini un’accurata selezione di dati statistici apparentemente neutrale. In realtà - aggiunge - è orientata a influenzare i cittadini a sostegno solo di una delle parti, cioè di quelli contrari, che si confronteranno in vista del referendum promosso dalla Regione per chiedere se il territorio potrà essere governato da una sola amministrazione al posto di tre e avendo solo un sindaco, una giunta e un consiglio comunale».
Una polemica che ha come fondamento, secondo il Comitato, il fatto che nella movimentata assemblea consiliare dello scorso agosto Staranzano abbia dato parere negativo alla fusione, anche se il sindaco Riccardo Marchesan ribadisce: «Il parere contrario del Consiglio e il voto dei consiglieri - afferma - non condizionerà in alcun modo il referendum e nemmeno l’esito se favorevole o contrario».
Secondo Pacor, invece, non è così in questo “speciale” distribuito alle famiglie in forma cartacea: le analisi di bilancio e delle strutture organizzative presentate anche nella serata del convegno pubblico, sono state dichiaratamente tralasciate, evidentemente perché si tratta di argomenti favorevoli alla fusione.
«Riportando ad esempio che la dimensione ideale per i Comuni è quella della classe demografica tra 10.000 e 20.000 abitanti che hanno una spesa pro capite minore - aggiunge - si dà per scontato che i Comuni più grandi siano meno efficienti, come quello destinato a diventare, senza spiegare che in realtà hanno una più ampia offerta di servizi ai cittadini».
A difesa della realtà, il Comitato riporta, invece, che il Comune di Monfalcone offre servizi come la piscina o il teatro, servizi di cui spesso si servono anche gli abitanti dei Comuni limitrofi, anche se sono pagati dall’ente locale di Monfalcone.
Lo “speciale” sottolinea che fatta 100 la spesa per il personale di Monfalcone, i Comuni di Staranzano e di Ronchi spendono meno, rispettivamente 86 e 64.
Anche sui parametri demografici l’informazione non è corretta per la maggiore presenza di stranieri a Monfalcone. «Quali sono - si chiede Pacor - i provvedimenti emanati da Ronchi e Staranzano per far sì che gli stranieri non si insediassero nei loro territori? Non ve ne sono e non potrebbero esserci perché gli stranieri hanno scelto Monfalcone per motivi diversi dai confini e per la vicinanza del cantiere di Panzano. Di conseguenza con la fusione gli stranieri non si sposterebbero a Ronchi o a Staranzano, perché continuerebbero ad avere interesse ad abitare vicino al loro posto di lavoro».
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