Specchi, in pole position una cordata locale

Generali pronta ad affidare lo storico caffè a Massimo Zulian, titolare del bar Illy di via delle Torri, e a un pasticcere di Monfalcone
Lasorte Trieste 26/10/11 - Piazza Unità, Caffè degli Specchi
Lasorte Trieste 26/10/11 - Piazza Unità, Caffè degli Specchi

di Maddalena Rebecca

La “cortina di ferro” eretta da Generali attorno all’operazione Caffè degli Specchi inizia lentamente a scricchiolare. E, a una decina di giorni dal termine fissato per completare l’esame delle offerte dei soggetti interessati a rilevare la gestione dello storico locale, cominciano a circolare i primi nomi “pesanti”. Nomi, e qui sta la sostanziale novità, che non chiamano più in causa grandi torrefazioni del calibro di Segafredo e Lavazza (entrambe, a quanto pare, uscite di scena o meglio mai entrate realmente in partita), bensì volti noti del panorama locale.

In pole position per raccogliere l’eredità della Specchi srl fallita il 27 ottobre scorso, ci sarebbe infatti una “cordata” capitanata da Massimo Zulian, da otto anni titolare del Bar Illy di via delle Torri, inserito nella catena di franchising Espressamente Illy, e da Paolo Maritani, a capo assieme ai familiari dell’omonimo laboratorio di alta pasticceria di Staranzano e dello storico caffè Carducci di Monfalcone. Per aggiudicarsi la gestione del locale di palazzo Stratti, tuttavia, i due soci avrebbero fatto le cose in grande, inserendo nella squadra anche un altro attaccante di qualità: l’esperta di gusto Rossana Bettini, coinvolta con l’obiettivo di trasformare gli Specchi in una sorta di vetrina dell’eccellenza enogastronomica del territorio. Accanto a lei, in un primo momento, era stato fatto pure il nome di Pietro Savarese, “anima e core” della pizzeria napoletana Peperino di via Fabio Severo, contattato forse con l’idea di creare un corner dedicato a calzoni e schiacchiate con mozzarella di bufala. Ipotesi poi tramontata, che rispondeva però ad una logica precisa: trasformare il blasonato spazio di palazzo Stratti in un locale dinamico e moderno, capace di conquistare anche la clientela più trendy offrendo allo stesso tempo salmone della val Rosandra e margherite doc.

Un po’ la stessa filosofia, seppur declinata in maniera diversa, che aveva ispirato un’altra proposta arrivata sul tavolo di Generali: quella firmata dall’ex presidente della Provincia Fabio Scoccimarro, all’opera in qualità di advisor, e dal patron dei Tre Merli di Barcola “Franz” Rossignoli, chiamato a giocare il ruolo operativo di gestore. Con la consulenza di chi? Sempre della gastronauta Rossana Bettini, scelta ancora una volta per mettere il proprio know how al servizio della valorizzazione dei prodotti locali. Niente suggestioni di pizza però in questo caso, bensì una ristorazione sul modello dei bistro francesi, da affiancare ad uno spazio “letterario”. «L’idea - chiarisce Scoccimarro - era dare un’impronta culturale agli Specchi, creando percorsi dedicati a Saba, Svevo e Joyce da sposare però con le più moderne tecnologie, per esempio mettendo a disposizione dei clienti una serie di e-book».

Difficilmente però, par di capire, la soluzione immaginata da Scoccimarro e Rossignoli si concretizzerà. Rispetto agli altri “competitors”, infatti, i due si sono mossi in ritardo, spingendo quindi Generali a privilegiare altri progetti, giudicati evidentemente più articolati e “ragionati”. Non si pensi però ad una corsa tra chissà quanti contendenti: il boccone Caffè degli Specchi, infatti, non pare aver fatto particolarmente gola, come dimostrato dal fatto che all’attenzione della compagnia del Leone sarebbero arrivate complessivamente poche offerte: non più di tre o quattro, accompagnate da qualche ulteriore, ma generico, “interessamento”. Tra i soggetti che avrebbero manifestato in un primo tempo l’idea di farsi avanti, circolano oggi quello del ristoratore Bruno Vesnaver, da poco eletto alla guida della Fipe, e della coppia formata dall’ex gestore del bar Audace di piazza Unità e dal titolare del Befed di viale Miramare. Nessuno slancio, invece, da parte di molti grossi marchi di rilievo nazionale. Uno tra tutti il Caffè Vergnano di Torino che, contattato, avrebbe subito declinato l’offerta.

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