Sparò al fratello: condannato a 14 anni ristoratore di Lussino

Simon Curi uccise Gjergij, titolare di un locale attiguo, nel 2017 in pieno centro dopo un alterco fra i figli dei due

FIUME Quattordici anni di reclusione. È la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale regionale di Fiume a carico di Simon Curi, 70 anni, che agli inizi di agosto di due anni fa aveva ucciso a colpi di pistola a Lussinpiccolo il fratello Gjergij, 54 anni: un assassinio perpetrato in pieno centro e di fronte a decine di isolani e di turisti, molti dei quali erano stati colti dal panico nell'udire gli spari.

L'omicidio era avvenuto di fronte al ristorante Koralj, di proprietà di Simon Curi, dopo una violenta lite che si era consumata fra i figli dei due fratelli, Fran e Nikola. I due cugini erano venuti alle mani a causa dei pessimi rapporti tra Simon e il fratello, quest'ultimo titolare del ristorante Galeb, situato vicinissimo al Koralj. Nonostante fossero fratelli, i due ristoratori (di nazionalità albanese, originari del Kosovo) erano divisi da anni in quanto concorrenti con i rispettivi locali. Per lungo tempo si erano protratte accuse reciproche di presunta concorrenza sleale, e i rapporti molto tesi avevano inevitabilmente coinvolto anche i rispettivi figli. La sera della tragedia, nel momento dell’alterco scoppiato fra i due cugini, Simon era uscito dal Koralj impugnando una pistola per la quale per altro non possedeva il porto d'armi. Vedendo che il fratello Gjergij era uscito dal Galeb e si stava avvicinando, il settantenne aveva sparato un colpo, che aveva mancato il bersaglio. A quel punto si era avvicinato al fratello, facendo fuoco quasi a bruciapelo e colpendo il fratello alla testa. La vittima era crollata a terra in condizioni disperate, tanto che il pur rapido intervento di un’équipe del Pronto Soccorso non era servito a nulla. Gjergij era morto fra le braccia del figlio Nikola, mentre avventori e vacanzieri – sentiti gli spari e vista la drammatica scena – fuggivano e qualcuno si nascondeva sotto i tavoli dei due ristoranti. Solo per puro caso il bilancio della sparatoria non si era aggravato in quanto il primo proiettile per fortuna non aveva colpito nessuno, benché in quel momento in centro ci fossero numerose persone.

L'avvocato di Simon Curi ha deciso di impugnare la sentenza. Curi stesso, dopo la lettura del verdetto, si è dichiarato pentito per l’accaduto. «Sarebbe meglio che fossi morto io e non Gjergij. Dal giorno della tragedia non ho più voglia di lavorare, né di vivere», ha aggiunto. —


 

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