Sparita la pietra d’inciampo in via Mazzini a Gorizia: sospetti sulla ditta che ha rifatto il porfido
La Stolpersteine dedicata a Ferruccio Leoni non c’è più. Il Comune cerca di ricostruire l’accaduto. Ziberna: «Va rimessa»
Il giallo della pietra d’inciampo. Non è il titolo di un best seller appena sbarcato nelle librerie. Ma, in sintesi estrema, è quello che sta capitando a Gorizia.
Era il gennaio del 2016 quando l’amministrazione comunale iniziò a posare a Gorizia le Stolpersteine, una nobile iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per “depositare”, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Una venne installata in via Mazzini, in corrispondenza del civico 15 durante una solenne (e molto sentita) cerimonia. Sulla piastrella era incisa questa scritta: “Qui abitava Ferruccio Leoni nato 1877 arrestato 24.11.43 deportato 1943 Auschwitz assassinato 11.12.1943”. Perché i verbi sono declinati al passato? Perché la pietra non c’è più. Non è più al suo posto, si è volatilizzata.
Ad accorgersene Simone Cuva della casa editrice Qudu libri. «Quando mi ritrovo a camminare in città, guardo un po’ dappertutto. Sono vigile, curioso, leggo tutto - premette -. E quella pietra d’inciampo la ricordo eccome per il suo valore e il suo messaggio. L’altra mattina mi sono accorto che non c’era più. Tolta, cancellata, sostituita da un comune sampietrino». Infatti, non è stata una “semplice” asportazione, nel senso che non c’è un buco al posto di quella speciale piastra incisa di ottone.
Il palazzo al civico 15 è stato oggetto di una lunga ristrutturazione e, proprio davanti, il porfido è stato tolto a suo tempo, presumibilmente per effettuare interventi ai sottoservizi. Poi, i sampietrini sono stati rimessi al loro posto. Lo si percepisce perché deve essere stata utilizzata una colla diversa, più chiara, che finisce con il dare un “effetto toppa” all’intervento. Ma nell’operazione di risistemazione del selciato non è stata reinserita la pietra d’inciampo. Dove è finita? Chi ha effettuato i lavori, ignorava cosa fosse? O è un atto doloso da parte di qualcheduno?
A quel punto, il cronista non ha potuto fare altro che chiedere conto di questa inquietante sparizione all’amministrazione comunale (la via è pubblica). Il sindaco Rodolfo Ziberna è caduto dalle nuvole, ma è anche comprensibile visto che ci sono molte stolpersteine in città. Non ne sapeva nulla.
E, di prima mattina, ha chiesto ai suoi uffici di fare tutti gli approfondimenti del caso. «Il dirigente ai lavori pubblici Lusin ha fatto anche un sopralluogo e ha ricostruito tutte le tappe degli interventi che si sono susseguiti in quella zona - spiega il primo cittadino -. La responsabilità potrebbe essere di una ditta a cui si è affidata Irisacqua: probabilmente, il porfido è stato risistemato ma, con esso, non la pietra d’inciampo. Un errore? Una leggerezza? Credo di sì. È ovvio che quella pietra dall’alto valore deve, ora, essere rimessa al suo posto. E i costi dovranno essere a carico di chi si è reso protagonista di questo sbaglio».
Il primo cittadino, insomma, pretende che tutto torni come prima. «Sicuramente la responsabilità non è del Comune - conclude Ziberna -. Spiace davvero per quanto accaduto».
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