Spari in Costa dei Barbari, arrivano i Ris
TRIESTE La Procura di Trieste ha ingaggiato i Ris di Parma per il caso della sparatoria alla Costa dei Barbari. L’incarico investigativo, affidato dal pm Chiara De Grassi, servirà ad accertare la traiettoria delle pallottole esplose dal quarantatreenne Giuseppe De Luca, indagato per tentato omicidio.
Erano le tre di notte di sabato 9 marzo: De Luca, avvocato pugliese che si era trasferito a Trieste per lavorare alle dipendenze dell’Asuits, si era avvicinato con la propria Passat a una Opel Omega station wagon posteggiata in Costa dei Barbari. All’interno della vettura c’era una persona che dormiva: un camionista croato di sessant’anni originario di Pola che, dopo aver lasciato il tir, si era messo in auto per andare a casa. Ma, colto da stanchezza, si era fermato a riposare per strada.
De Luca, che rientrava da una serata trascorsa in un locale per scambisti, ha sempre sostenuto di aver sparato a caso, per «sfogo», senza l’intento di colpire qualcuno. Gli inquirenti sono convinti invece che volesse uccidere. E che l’avvocato pugliese (i due non si conoscevano), abbia sbagliato macchina e dunque persona.
D’altronde sarebbe proprio questo che il quarantatreenne avrebbe detto al croato dopo il folle inseguimento in macchina lungo la Costiera e viale Miramare culminato con la colluttazione in Campo del Belvedere nei pressi di Roiano. Lo straniero, svegliato di soprassalto dalla scarica di colpi, tutt’altro che intimorito si era infatti lanciato a caccia dell’aggressore: «Quando l’ho bloccato e preso per il bavero – aveva raccontato il croato – gli ho chiesto urlandogli perché mi aveva sparato. Lui ha risposto dicendo che aveva sbagliato auto...». Cercava un’altra macchina, dunque, l’avvocato pugliese? E perché? L’indagine è estesa al giro di scambisti.
Quel che è certo è che De Luca aveva esploso a distanza ravvicinata tutti i cinque i colpi che aveva in canna. Impugnava una Ruger Sp 101 calibro 38 special/357 magnum. Il pm De Grassi ha disposto le analisi balistiche in modo da ricostruire l’esatta traiettoria dei proiettili sulla base delle tracce rinvenute sull’auto della vittima. Spari diretti contro la portiera anteriore destra della Opel. Il sessantenne era disteso (aveva abbassato il sedile) sul lato del volante. Una delle pallottole ha attraversato la sagoma del sedile anteriore destro e si è conficcata nella portiera posteriore sinistra. Il croato, difeso dall’avvocato Andrea Cavazzini, non è stato preso per un soffio.
Dalle perizie dei Carabinieri del Ris di Parma sarà quindi possibile capire, ad esempio, qual era la posizione dalla quale De Luca – difeso dall’avvocato Astrid Vida – ha premuto il grilletto. E quindi l’obiettivo. Insomma, l’indagato mirava a una persona per ucciderla? —
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