Spalato, segate per errore le pietre dell’antica basilica

Il sindaco denuncia al ministero l’azienda i cui operai hanno spezzato dei massi emersi in un cantiere: gli esperti ipotizzano che si tratti della chiesa di S. Lorenzo



Le maestranze della ditta Point Split, impegnate a interrare nel pieno centro a Spalato alcuni cavi dell'Azienda elettrica croata, hanno segato e spezzato alcune pietre antiche che stavano nel sottosuolo, anziché rimuoverle una a una per poi ricollocarle nella posizione originale. Una devastazione insomma, che però - per puro caso - ha permesso di far tornare alla luce quelli che potrebbero essere i resti della chiesa paleocristiana di San Lorenzo.

Gli addetti della Point Split, che a Spalato ha in concessione la manutenzione dei marciapiedi, hanno operato in piazza del Popolo, chiamata dai residenti semplicemente Piazza, che si trova all'interno del Palazzo di Diocleziano eretto nel terzo secolo dopo Cristo, nucleo storico del capoluogo dalmata. Il riaffiorare delle antiche pietre ha fatto accorrere diversi esperti del Dipartimento di Conservazione locale. La prima conclusione alla quale sono giunti è che quelle riportate alla luce siano appunto le rovine dell’antichissima chiesa di San Lorenzo, come ha reso noto il direttore del Dipartimento, Radoslav Buzančić: «Tanto tempo la piazza del Popolo era chiamata piazza San Lorenzo in ricordo del tempio dedicato a questo santo – ha spiegato Buzančić – che è forse la più antica chiesa a Spalato: la prima traccia scritta su di essa risale al settimo secolo. Fu demolita otto secoli più tardi e solo gli scavi avvenuti negli anni Settanta del secolo scorso avevano permesso di identificarvi le rovine. Non possiamo dire con sicurezza che si tratti della chiesa di San Lorenzo, ma probabilmente siamo sulla buona strada».

Secondo Buzančić, la struttura paleocristiana confermerebbe la trasformazione del Palazzo di Diocleziano in area cittadina, con il primo ampliamento avvenuto verso occidente. Potrebbe trattarsi dunque di una scoperta eccezionale, riguardante l'ala meridionale del tempio. «Negli scavi eseguiti nel 1978 – ha aggiunto Buzančić – l'archeologo Franko Oreb sostenne che si era riportata in superficie l'ala settentrionale della chiesa. Ci sarà comunque nei prossimi mesi molto lavoro per gli archeologi".

A prescindere dal rinvenimento, la condotta dei lavoratori della Point Split ha mandato su tutte le furie il sindaco Andro Krstulović Opara, che ha parlato di grave danneggiamento di un bene culturale additandolo come un atto che avrà conseguenze pesanti per il concessionario. Il primo cittadino ha denunciato la Point Split all'Ispettorato all'Edilizia e al ministero croato della Cultura, chiedendo che le antiche pietre siano riparate e ricollocate come stavano prima e annunciando richiesta di risarcimento. «I lavori sono stati effettuati senza rispettare le autorizzazioni dell’assessorato competente, della Comunità rionale e del Dipartimento alla Conservazione - ha detto il sindaco – e dunque i responsabili di questo scempio verranno denunciati e, spero, puniti». —



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