Spalato salva dall’abbandono l’ultima barca degli Asburgo

L’Istranka, varata come “Ossero” nel 1896 dal cantiere San Rocco di Trieste, sarà portata a secco per i primi restauri. Obiettivo: una destinazione museale

SPALATO. Si prospettano giorni migliori per l'Istranka (Istriana), imbarcazione storica in quanto l'ultima appartenuta agli Asburgo, e da tempo ormeggiata tristemente nel porticciolo di Brižine, a Castel San Giorgio, nelle immediate vicinanze di Spalato. Si tratta dell'imbarcazione militare costruita nel cantiere San Rocco a Trieste, varata nel 1896 con il nome di Ossero e in seguito ribattezzata Dalmat. Era stata approntata come yacht per uno dei cugini dell'imperatore Francesco Giuseppe, l'arciduca Carlo Stefano d'Asburgo: la Marina militare austroungarica aveva deciso poi di utilizzarla quale nave stazionaria a Zara.

Il Dalmat è passato alla storia nel 1914 perché proprio su questo panfilo furono trasportate le salme del pretendente al trono, Francesco Ferdinando e dell'arciduchessa Sofia, uccisi nell'attentato di Sarajevo. Narrano inoltre le cronache che su questa imbarcazione, lunga 45 metri, larga 6 e di 270 tonnellate di dislocamento, si incontrarono prima dell'inizio della Grande Guerra gli imperatori Francesco Giuseppe e Guglielmo II di Germania, incontro avvenuto nelle acque di fronte al castello di Miramare a Trieste e in cui i due sovrani concordarono le mosse militari da porre in essere in caso di scoppio del conflitto. L’Istranka è stato proclamato nel 2014 bene culturale della Repubblica di Croazia, status che però non ha evitato all’ex Ossero un destino umiliante.

Qualcosa però si sta finalmente muovendo: la Regione di Spalato e della Dalmazia ha deciso di stanziare le necessarie 50 mila kune, pari a 6.700 euro, per potere intanto sollevare l’imbarcazione e collocarla in un’apposita area per il rimessaggio a secco, dove poter dare luogo a lavori di restauro. L’Istranka, formalmente amministrata dal Museo del Mare di Spalato (la proprietà effettiva è una questione aggrovigliata, cui nessuno sa dare una risposta), dovrebbe venire trasformata in museo galleggiante, valorizzazione quanto mai necessaria per quella che è l’ultima unità ancora in vita dell’Impero austroungarico.

L’Autorità portuale di Spalato ha fatto sapere che il progetto di restauro sarà presentato al ministero croato della Cultura affinché si adoperi per l’ottenimento di mezzi a fondo perduto dall’Unione europea, sulla falsariga di quanto avvenuto per l’ex nave di Tito, il Galeb ormaggiato in porto Baross a Fiume. «Il nostro obiettivo è che l’Istranka diventi un brand della Contea spalatina, in grado di attrarre turisti, ai quali raccontare la storia di questo antico yacht – ha detto l’assessore regionale al Turismo e Marineria, Stipe Čogelja – se non ci saranno ostacoli, la nave sarà messa a secco a gennaio, in attesa che Bruxelles si esprima sul nostro progetto di recupero e valorizzazione. Certo - ha aggiunto l’assessore - è una vergogna che Zagabria non abbia 6.700 euro per i lavori di rimessaggio a secco. Abbiamo deciso che sia l’amministrazione regionale a stanziare questa modesta cifra, quale primo passo verso il restauro e la successiva trasformazione in museo. Fosse in mano a Paesi come l’Italia o l’Austria, l’Istranka garantirebbe entrate milionarie. Qua da noi purtroppo il discorso è diverso».

L’Istranka – sempre durante la Prima guerra mondiale – restò nel porto militare di Cattaro, poi passò al nuovo regno di Jugoslavia, divenendo lo yacht dei Karadjordjević. Nel secondo conflitto mondiale fu usata come cannoniera; nel 1955 fu declassata a traghetto che collegava Spalato e Brazza. —


 

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