Spaccio di ossicodone, il medico va a processo

Sepcic Bercic accusato di aver prescritto le pastiglie a tossicodipendenti senza piani terapeutici e falsificando le ricette



Il cinquantacinquenne Giorgio Sepcic Bercic, il medico triestino finito nei guai per un giro di ricette di ossicodone, va a processo. Sarà giudicato in rito abbreviato.

Il caso era scoppiato nell’ottobre del 2017: la Procura aveva scoperto che il professionista, dal suo ambulatorio di via Cicerone, prescriveva il medicinale a svariati tossicodipendenti e senza alcun piano terapeutico. Si tratta di un potente oppiaceo analgesico narcotico, simile alla morfina, usato in genere per i dolori intensi di natura oncologica e neuropatica, anche dai malati terminali. Ma c’è chi talvolta lo cerca come sostitutivo dell’eroina o come droga a sé: la sostanza provoca dipendenza.

I tossicodipendenti si recavano sistematicamente dal medico a chiedere le pastiglie: una parte la utilizzavano per sé, mentre il resto era destinato allo spaccio. L’indagine, diretta dal pubblico ministero Cristina Bacer, era stata condotta dalla Squadra mobile con intercettazioni, registrazioni video e pedinamenti. Parte delle ricette era falsificata: per prescrivere l’“Oxycontin”, Sepcic Bercic impiegava spesso il nome e il timbro di altri colleghi o suoi sostituti. Talvolta intestava le prescrizioni ad altri pazienti del suo studio, ignari di tutto.

Il medico è stato inquisito dalla Procura triestina per spaccio di stupefacenti e truffa ai danni dall’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste. Per lui sono scattati anche gli arresti domiciliari.

Nell’indagine non è però mai emerso il reale motivo per cui il medico si era infilato in questo traffico, anche perché non avrebbe intascato alcunché da ciò che faceva. L’avvocato Paolo Codiglia, il legale che difende l’imputato, ha chiesto la perizia psichiatrica per il proprio assistito. L’accertamento è stato disposto dal gup Giorgio Nicoli nell’ultima udienza.

Le indagini erano scattate in seguito a una segnalazione dell’Azienda sanitaria, l’AsuiTs, che a partire dal 2014 aveva riscontrato a Trieste un’insolita impennata di soggetti dipendenti da ossicodone. Analoghe segnalazioni erano partite da alcuni farmacisti del centro cittadino che si erano trovati dinnanzi a numerosi tossicodipendenti muniti di prescrizioni per la fornitura di Oxycontin. Ora il cinquantacinquenne sotto accusa verrà dunque giudicato con rito abbreviato.

Il nome di Sepcic Bercic era spuntato anche nell’ambito di un’altra indagine, quella sui finti vaccini dell’anti influenzale. Secondo le ipotesi investigative, il dottore avrebbe intascato illegalmente gli incentivi economici riconosciuti ai medici di medicina generale per decine di profilassi in realtà inesistenti. Risultavano solo sulla carta, come appurato dagli inquirenti: i pazienti, contattati dagli stessi investigatori, avevano infatti confermato di non essersi sottoposti ad alcun vaccino. —





Riproduzione riservata © Il Piccolo