Spaccio di cocaina e hashish in porto: quattro arresti

Dopo un anno di indagini, i carabinieri hanno assicurato alla giustizia tre marocchini (di cui due fratelli) e un complice italiano che sfruttava il suo lavoro come operaio portuale per distribuire lo stupefacente direttamente al porto  

TRIESTE Dopo un'indagine durata un anno, il comando provinciale dei carabinieri di Trieste ha arestato quattro persone ritenuti responsabili dello smercio di ingenti quantitativi di hashish e cocaina: la droga, destinata ai giovani consumatori della città, sarebbe stata smerciata nella zona portuale grazie alla complicità di un operaio.  

L’ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Gip è stata messa in atto durante la mattina del 2 febbraio. 

I fermati. In carcere sono finiti i due fratelli Saad e Mustapha El Hadi, marocchini, rispettivamente di 39 e 53 anni domiciliati nel piccolo centro di Pumenengo, in provincia di Bergamo, e l'italiano Gaetano Minenna, che è stato carcerato al Coroneo.  Agli arresti domiciliari, ai quali era già sottoposto dopo l'uscita dal carcere di Trieste nel mese di ottobre lo scorso anno, la figura cardine dell'organizzazione, El Baji Abdelali.

Un anno di ricerche. I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Trieste, nel mese di gennaio scorso, avevano iniziato un’ampia ed articolata attività d’indagine, coordinata dalla DDA di Trieste, in merito ad un gruppo di criminali che si erano uniti allo scopo di commettere nel capoluogo giuliano più reati di acquisto, detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti del genere cocaina ed hashish. 
 

Le fasi dell'inchiesta. Sin dai primi passi dell’attività investigativa, si era percepito che El Baji Abdelali fosse il baricentro del gruppo criminale, per cui ne sono stati attentamente monitorati gli spostamenti e le frequentazioni, fino al 29 luglio 2016, quando è stato sottoposto a controllo mentre transitava alla guida di un'auto. Dopo la perquisizione, sono stati rinvenuti sotto il sedile del passeggero due panetti di sostanza stupefacente tipo hashish, del peso di circa due chilogrammi.

La successiva perquisizione domiciliare ha poi consentito il rinvenimento di altri quattordici chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti ed ovuli (“datteri”), oltre ad un grammo e mezzo di cocaina e a materiale per il confezionamento delle dosi. Il marocchino, El Baji Abdelali, 44enne, residente in Italia da oltre un decennio ed incensurato, era stato arrestato e portato in carcere.

Dopo l’arresto di El Baji, gli investigatori dell’Arma, analizzando tutte le risultanze investigative fino a quel punto emerse, hanno potuto ricostruire e delineare tanto i ruoli di tutti gli indagati, quanto i diversi episodi di acquisto dello stupefacente.

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Bonaventura Monfalcone-22.01.2016 Caduta insegna ex Oviesse-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

E' risultato che il quantitativo di hashish sequestrato al marocchino era il frutto di due diversi approvvigionamenti: la droga arrivava a Trieste dalla provincia di Bergamo. Era stata fornita da due connazionali dello stesso  El Baji, i fratelli El Hadi Saad e Mustapha. Questi gli avevano garantito nel tempo costanti rifornimenti di hashish (di circa 10 kg per volta) che gli affidavano in “conto-vendita”, assicurando anche il trasporto fino a Trieste.

Il complice italiano. Al gruppo apparteneva inoltre un quarantenne italiano, Gaetano Minenna, pregiudicato originario di Bitonto, classe ‘73, ma da tempo residente a Trieste, dove faceva l’operaio portuale, E' risultato essere il braccio destro e coadiutore di El Baji per lo spaccio in città, che gestiva sia avvalendosi di collaboratori, sia sfruttando la propria attività lavorativa, per distribuire direttamente lo stupefacente all’interno dell’area portuale.

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