Spacciava cocaina tra gli ultras alabardati Pusher in manette
Si chiama Boris Cociani, 37 anni. È stato arrestato ieri mattina dai poliziotti della Squadra mobile e della Digos. «È ritenuto responsabile di una vasta attività di spaccio di stupefacenti in città», si legge in una nota diffusa nelle prime ore del pomeriggio. A carico di Cociani è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare della Procura di Verona firmata dal gip Scotto di Luzio. Ora si trova ai domiciliari. Nei prossimi giorni sarà interrogato dal pm, alla presenza del difensore Giovanni Adami.
A Cociani gli investigatori triestini sono arrivati nell’ambito delle indagini relative all’incendio della Bmw X5 del calciatore alabardato Marcello Cottafava, avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 aprile del 2011, e sull’episodio verificatosi pochi giorni prima nello spogliatoio del campo di Opicina, in cui erano stati gettati alcuni fumogeni. Per questi due episodi è indagato Marco Sarcinelli, 33 anni, di professone ferroviere.
È emerso - ma al momento le circostanze e i particolari non sono stati chiariti - un collegamento tra il mondo degli ultras della Triestina e l’attività di spaccio della cocaina in città. Dalle indagini infatti è risultato che Cociani abbia spacciato cocaina nell’ambiente degli ultras alabardati. «L’attività illecita - scrive in proposito la Questura - veniva concretizzata tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia» e Cociani «era il punto di riferimento dello spaccio a Trieste. Vendeva la droga ad alcuni appassionati tifosi della squadra alabardata oltre che ad altri abituali consumatori».
La polizia ha evidenziato infatti vari collegamenti tra alcuni tifosi dell’Hellas Verona e Ultras della Triestina. Collegamenti che, sottolineano gli stessi investigatori triestini, «andavano ben al di là della semplice passione calcistica. Non solo scambi di sciarpe, magliette e gagliardetti, ma passaggi di quantità ingenti di cocaina che fruttavano allo spacciatore un bel po’ di denaro».
A Verona i poliziotti hanno arrestato ieri mattina anche il grossista della cocaina. Sull’identità della persona ritenuta fornitore di Boris Cociani, però, la Procura scaligera mantiene il massimo riserbo. Da ambienti investigativi è trapelato che durante la perquisizione successiva all’arresto è stato trovato un ingente quantitativo di “neve”. Droga a quanto pare destinata in parte al mercato triestino.
Tornando all’episodio dell’aprile 2011, La vettura di Marcello Cottafava era parcheggiata in via Cadorna. L’innesco composto da due fumogeni aveva scatenato un improvviso e violento incendio che aveva distrutto completamente il suv del calciatore e danneggiato delle auto in sosta. Alcuni testimoni, nell'occasione, avevano riferito agli investigatori della Digos di aver visto due scooter fermarsi nei dintorni pochi minuti prima del rogo. Due persone erano scese dai sedili posteriori delle moto e si erano avvicinate alla Bmw di Cottafava. Ne avevano sfondato il vetro posteriore e gettato il fumogeno acceso. Poi erano risaliti sugli scooter, a luci spente e con le targhe coperte, ed erano ripartiti a tutta velocità. In pochi istanti le fiamme avevano avvolto la X5.
Il nome di Boris Cociani era stato iscritto nel registro degli indagati anche per un episodio di violenza avvenuto la notte del 12 giugno del 2010 in città dopo la sconfitta subìta dal Padova. Secondo le ricostruzioni degli agenti della Digos aveva scagliato un palo della segnaletica stradale di quasi due metri di altezza con il relativo cartello nel sottopassaggio del varco numero 2 dello stadio dove si trovavano numerose persone, tra cui donne e bambini. Boris Cociani era stato anche accusato di aver danneggiato l'autovettura “Saab 9.3” posteggiata all'interno dello stadio. Per farlo aveva usato il palo della segnaletica, mentre i complici avevano infierito sulla carrozzeria con tre sacchi di sabbia.
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