Spacciatore arrestato per estorsione: «Uccido te e i tuoi genitori se non paghi»
TRIESTE «So dove abiti. Hai due giorni di tempo. Se non paghi ti prendo e ti porto a casa con me. Finisce male per te e per la tua famiglia. Ti spacco tutti i denti. E poi ti faccio sparire...». Non è una “banale” baruffa tra uno spacciatore e il suo cliente in ritardo con i pagamenti. No, stavolta, è un incubo terribile vissuto da un ragazzino di 17 anni e dalla sua famiglia.
Protagonista Filip Stamenkovic, 22 anni, cittadino serbo accusato di un reato gravissimo: estorsione. Il giovane è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip Guido Patriarchi, emessa su richiesta del pm Maddalena Chergia, titolare delle indagini.
Lo spacciatore, infatti, per riscuotere il suo credito che ammontava a mille euro per cento grammi di marijuana, non ha esitato a picchiare il ragazzino che vive a Sistiana. E a minacciare i suoi genitori. Una volta ha avvicinato il diciassettenne in spiaggia a Sistiana colpendolo con calci e pugni e pretendendo 1.200 euro ovvero 200 euro in più del credito. Un’altra volta gli ha detto a brutto muso: «Ho visto la macchina di tuo padre di fronte a casa tua. Fra qualche giorno sarà mia». Eppoi, ancora: «I miei amici non ti faranno più mettere piede a Trieste. Voglio i soldi, altrimenti finisce male per te e per la tua famiglia. Se non mi dai i soldi vado a prendere i tuoi». Non pago, il serbo gli ha lanciato una serie di messaggi inequivocabili anche attraverso Facebook, da «Chi non muore, si rivede» a «La prossima volta che non rispondi sarà molto peggio». La “persecuzione” ha creato un vero e proprio stato d’ansia e di terrore nel minorenne che, a un certo punto, stava per prelevare l’oro di famiglia e consegnarlo a Stamenkovic.
Ad arrestare lo spacciatore sono stati i carabinieri del nucleo operativo di Aurisina ai quali il ragazzino si è rivolto assieme a madre e padre il 17 luglio scorso. In caserma i tre hanno raccontato agli investigatori l’incubo in cui erano precipitati rivelando che lo spacciatore, una volta, si era addirittura presentato a casa loro, minacciando la madre del minorenne: «Sono nei guai con altre persone e sono già venute a casa mia e mi hanno trattato male. Lei non sa cosa mi hanno fatto e cosa ho passato. La stessa cosa potrebbe succedere a voi», ha detto rivolto alla donna.
I militari, dopo aver ascoltato il racconto, hanno organizzato un (finto) appuntamento per la consegna del denaro: e così, quando il minorenne gli ha dato i soldi, hanno preso l’“aguzzino” con le banconote in mano. E l’hanno ammanettato.
I difensori di Stamenkovic, gli avvocati Andrea Polacco e Roberto Pernarcich che si sono già appellati senza successo al Riesame, contestano il reato di estorsione. Non solo: sostengono che il loro cliente è vittima del furto di una somma che aveva vinto alle slot machine.
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