Spa a luci rosse e prostituzione: aperte le indagini anche a Gorizia

Alcune “ballerine” risiedevano in città e gli inquirenti vogliono capire se facevano sesso a pagamento in Italia

Nova Gorica, prostituzione e droga alla spa a luci rosse “Marina sauna club”
Bumbaca Gorizia 02.02.2019 Sauna club Marina © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Risiedevano a Gorizia, in una non meglio definita zona del centro storico, alcune delle “ballerine” che lavoravano al “Marina sauna club, wellness e spa”, il locale di Ajševica (Nova Gorica) chiuso per presunto sfruttamento della prostituzione, traffico di droga, traffico di esseri umani. E questo ha fatto sì che le indagini si allargassero anche alla nostra città. L’obiettivo degli inquirenti, scrive il quotidiano della comunità slovena “Primorski Dvevnik”, è quello di capire e verificare se le ballerine si prostituivano anche a Gorizia, magari ricevendo la clientela nelle loro abitazioni.



Ottenere altri dettagli è praticamente impossibile. Perché alla Polizia di Stato di Gorizia le bocche restano rigorosamente cucite. E mentre in Slovenia si parla di «indagini transfrontaliere» con piena collaborazione fra agenti sloveni e italiani, di qua regna il silenzio più assoluto, probabilmente per il timore che troppe informazioni possano compromettere il buon esito delle indagini.

Bumbaca Gorizia 02.02.2019 Sauna club Marina © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02.02.2019 Sauna club Marina © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Le ballerine (secondo la Polizia slovena dal 2014 a oggi si sono prostituite trecento donne al Marina) erano di nazionalità rumena, ucraina, albanese e di altri Paesi dell’ex Jugoslavia, tutte “controllate” dall’organizzazione guidata da due sloveni.

Da Gorizia, poi, arrivava una buona fetta di clientela della spa a luci rosse. Prova ne sia le tante targhe delle automobili parcheggiate nel parking esterno. Ma, come evidenziato sin dalla prima ora, le indagini non risultano coinvolgere nessun goriziano, anche perché al limite i clienti erano “beneficiari” delle prestazioni sessuali e non certamente coinvolti nell’organizzazione del presunto sfruttamento della prostituzione.

Il prezzo d’entrata per tutto il giorno al “Marina club” ammontava a 85 euro. E potevano accedervi soltanto uomini. Il biglietto d’ingresso comprendeva l’entrata nel club, l’uso illimitato delle offerte spa, un’offerta definita «abbondante» del buffet self–service, tutte le bevande analcoliche. All’entrata, poi, c’era una sorta di rito con la consegna al cliente di un accappatoio, di un asciugamano, di un paio di ciabatte. Compreso nel prezzo anche l’utilizzo di un armadietto per riporre i propri vestiti e gli effetti personali.

Intanto, fioccano altri dettagli sul caso del “Marina sauna club, wellness e spa". L’indagine è partita già nel 2014, l’anno in cui il locale ha aperto i battenti. Sono state effettuate, nelle ultime settimane, diverse perquisizioni in Slovenia, da Nova Gorica sino a Maribor. Interessate abitazioni e la sede di una non meglio precisata società. Sei gli arresti e 19 le denunce. In manette sono finiti anche i due gestori del locale, entrambi di nazionalità slovena, uno di cinquant’anni, l’altro di 35.

I presunti reati? Sfruttamento della prostituzione, traffico di esseri umani e traffico di droga. Stando ai numeri forniti dagli inquirenti alla stampa slovena, dall’agosto 2014 a ieri si sarebbero prostituite al sauna center centinaia di ragazze provenienti dai Paesi dell’Est Europa.

Non solo. Dalla Slovenia trova conferme la notizia che, dalla sua apertura a oggi, gli incassi del locale, che avrebbe dovuto essere un normalissimo e senza segreti centro wellness con sauna, sono stati pari a 14 milioni di euro. —


 

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