Sovraffollamento del 140% delle carceri del Friuli Venezia Giulia

L’allarme dell’associazione Antigone. In Fvg dati peggiori della media italiana. A Udine 152 ospiti a fronte di 93 posti
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste

TRIESTE Le carceri del Friuli Venezia Giulia scoppiano. E il loro tasso di sovraffollamento è persino superiore rispetto alla media nazionale: 140,6% rispetto al 120% del resto del Paese. Un primato ben poco invidiabile che racconta di celle anguste, condivise da troppe persone, e spazi vitali talmente risicati da non rispettare la soglia di “civiltà” raccomandata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

Il monitoraggio

I dati sulle criticità dei penitenziari italiani arrivano dal report 2019 pubblicato poche settimane fa dall’associazione Antigone, da sempre in prima linea per difendere i diritti dei detenuti. Report che scatta una fotografia impietosa: basti pensare che dal 1991 a oggi i detenuti nell’intero Paese sono praticamente raddoppiati, mentre non sono cresciute di pari passo le strutture carcerarie a disposizione. Si è passati infatti da 31.053 recluci a 60.341 (dati aggiornati al 30 aprile), di cui 2.659 sono donne e 20.324 stranieri. In totale si parla quasi di 10 mila detenuti in più dei 50.511 posti letto ufficialmente disponibili, cui si debbono sottrarre gli eventuali spazi momentaneamente indisponibili perché in manutenzione.

Il Friuli Venezia Giulia

Quando di parla di vite dietro alle sbarre, come detto, la nostra regione non brilla per efficienza. Lo testimoniano i numeri. La casa circondariale “Antonio Santoro” di Udine, per esempio, disporrebbe di 93 posti letto ma, ad aprile scorso, ospitava molti più detenuti: 152. Il tasso di sovraffollamento, quindi, è del 163%. Critica anche la situazione a Pordenone, dove i numeri sono però molto più piccoli. Il carcere può accogliere al massimo 38 persone, ma in realtà ce ne sono 64, il doppio, con un sovraffollamento del 168%. Udine e Pordenone sono due dei 42 istituti di pena in Italia con un tasso di affollamento superiore al 150%. Ma non se la passano bene nemmeno gli altri penitenziari della regione. Il Coroneo di Trieste potrebbe contenere al massimo 143 ospiti, al momento ne risiedono 201. Un sovraffollamento del 140,6%. Poco distante è Tolmezzo, carcere di massima sicurezza con una capienza di 149 detenuti, ora saliti a 201 (il sovraffollamento è pari al 134,9%). Unica struttura in controtendenza il carcere di Gorizia, addirittura sottoutilizzata rispetto alla capacità potenziale: a fronte di 57 posti letto, l’istituto isontino accoglie 23 persone, con un tasso di sovraffollamento del 40%. Una rarirtà nel panorama italiano.

Le maglie nere

A livello italiano i picchi negativi si registrano a Taranto e Como, realtà alle prese davvero con situazioni esplosive dettate da tassi di sovraffollamento rispettivamente del 199,7% e del 197%. Seguono l’istituto di Chieti (193,6%), quello di Brescia Canton Mombello (193,1%) e quello di Larino (192,1%).

le cause

Tanto in Fvg, quanto nel resto d’Italia, la colpa della crescita della popolazione carceraria, spiega Antigone, non è da ricercare in un’impennata nell’andamento della criminalità in Italia. Il fenomeno ha origini lontane. Fatta eccezione per il calo seguito all’indulto nel 2006, la popolazione detenuta infatti è stata tendenzialmente in continuo aumento fino al picco del 2010, quando a metà anno aveva raggiunto le 68.258 unità (tasso di affollamento ufficiale pari al 153%).

Poco dopo, nel 2013, è arrivata la condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dopo la causa avviata da Mino Torreggiani (un detenuto che aveva fatto ricorso per le condizioni invivibili in cella), relativa appunto ai trattamenti inumani e degradanti legati al sovraffollamento carcerario.

Le misure adottate dopo la condanna hanno influenzato il trend, che ha iniziato a diminuire. Ma dal 2016 è ripresa l’impennata. «E questo - si legge nel report di Antigone - anche perché si è riscontrato un allungamento delle pene scontate dai detenuti condannati in via definitiva. Se nel 2008 il 18% dei condannati scontava infatti una pena più lunga e compresa tra i 5 e i 10 anni, nel 2018 questa percentuale saliva al 26,8%». Non c’è un nesso di causalità diretto quindi, secondo l'associazione, tra numero dei reati commessi e persone incarcerate.

i delitti

Dando un’ultima occhiata ai dati si scopre infine che il numero dei delitti commessi è diminuito anche nei primi quattro mesi del 2019 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, registrando un calo del 15%. In particolare, gli omicidi registrano una diminuzione del 12,2%, i tentati omicidi del 16,2%, le rapine del 20,9%, i furti del 15,1%, le lesioni dolose del 21,8%, le violenze sessuali addirittura del 32,1% e l’usura del 47%. —


 

Argomenti:carceri

Riproduzione riservata © Il Piccolo