Sotto sequestro la maxi nave ferma in rada a Trieste
Laura Tonero
C’è una vicenda giudiziaria alle spalle del caso della “Nautical geo”, la nave battente bandiera maltese ferma in rada dal 7 luglio. La nave, infatti, è stata posta sotto sequestro dal Tribunale di Trieste. Ma andiamo per ordine. La nave, che si trova al largo tra Barcola e Grignano, di proprietà del gruppo Lighthouse, che ha sede a Bologna ed è attiva da 30 anni nella ricerca di petrolio e gas, aveva già toccato Trieste lo scorso anno quando, in seguito a un incendio, necessitava della sostituzione di due motori. L’armatore li aveva acquistati in Cina e aveva bisogno di qualcuno che li montasse. Aveva trovato così supporto in un’officina meccanica navale di Trieste.
Lo scorso giugno la nave ha raggiunto invece Fiume per effettuare le periodiche visite utili a mantenere la propria classificazione. A quel punto le sono stati prescritti alcuni interventi, ma - non trovati gli opportuni accordi economici con i cantieri Viktor Lenac - la “Nautical geo” si è diretta a Trieste, dove sono stati chiesti dei preventivi a dei cantieri navali, tra i quali quello targato Fincantieri. Nel frattempo, però, su istanza di una società inglese che vanta nei confronti dell’armatore un credito di oltre un milione, il giudice del Tribunale di Trieste Francesco Saverio Moscato ha concesso il sequestro “inudita altera parte”, ovvero con un provvedimento urgente in deroga al principio del contradditorio, per un importo fino a un milione e 600 mila euro.
A difendere la Lighthouse è lo studio Bonelli Erede di Genova. Ma a vantare crediti nei confronti della società proprietaria della “Nautical geo” sono anche alcune imprese locali che, nel tempo, hanno effettuato interventi di assistenza su quella stessa nave. Abitualmente a bordo della “Nautical geo” ci sono 16 membri dell’equipaggio, i quali per ora non hanno in alcun modo chiesto aiuto. La situazione verrà ovviamente monitorata dalla Capitaneria.
A seguito del sequestro, anche gli interventi sulla nave sono stati sospesi. L’udienza per la convalida del sequestro è stata fissata per il 22 luglio prossimo, quando verrà definito se il sequestro permarrà o meno. Se permarrà, la nave dovrà restare ferma in rada finché non sarà decisa la causa pendente in Inghilterra tra la società creditrice che ha promosso il contenzioso e la stessa Lighthouse.
Il giudice, però, potrebbe anche decidere che non sussistono i presupposti per il sequestro e “liberarla”, oppure potrebbe pure venir trovato un accordo, previa garanzia, che consenta alla nave di levare le ancore. Bisognerà poi capire che effetto potrebbero sortire le azioni che promuoveranno gli altri creditori, tra i quali, appunto, alcuni soggetti triestini.—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo