Sotto la Fortezza abita il proteo e una rete segreta d’acqua pura

Gli speleologi del Seppenhofer nel Pozzo dei Frari di Campiello Emo scesi lungo il reticolo di sotterranei alla ricerca della falda non collegata all’Isonzo 
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GRADISCA. Il ventre nascosto di Gradisca è un po’ meno misterioso. E potrebbe in un futuro non lontano rivelare almeno due dei suoi segreti: l’origine delle sue acque cristalline e la consistenza del fitto reticolo di sotterranei.

Lo si deve al centro di ricerche carsiche Seppenhofer che ha potuto proseguire il monitoraggio delle acque all’interno di una cavità artificiale sita nel cuore del centro storico: il Pozzo dei Frari di Campiello Emo, proprio di fronte al ricreatorio Coassini, che sino agli anni ’60 costituiva l’acquedotto municipale.. Il pozzo, dopo un primo tratto scavato artificialmente di circa 7 metri, intercetta una cavità naturale completamente allagata profonda altri 8 metri in cui è stato ritrovato il proteo: fatto di rilevanza notevole sia a fini naturalistici sia speleologici.

La presenza degli anfibi, infatti, conferma il potenziale carsico del sottosuolo gradiscano. E sta a significare la presenza sotterranea di un’acqua particolarmente pulita. Terzo, dimostra l’esistenza di un fitto reticolo di pozzi – ancora tutto da scoprire – nel compendio della Fortezza edificata nel 1479. Da queste premesse, gli speleologi hanno programmato un ciclo di studi e monitoraggi con la benedizione del Comune.

Già un anno fa avevano posizionato all’interno del pozzo una sonda per registrare i parametri fisici delle acque sotterranee, che ora potranno essere studiati. Le indagini vogliono individuare le correlazioni delle acque con il vicino bacino dell’Isonzo, o la loro indipendenza da quest’ultimo. Ai monitoraggi hanno preso parte il geologo Federico Valentinuz, l’esperto di carsismo Rino Semeraro, gli speleologi Stefano Rejc, Maurizio Tavagnutti, Gino Marcigaglia del “Seppenhofer”, lo speleosub Luciano Russo. —

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