Sos, salvate l’aeroporto di Gorizia
La passione del volo ha attirato i goriziani fin dal diciottesimo secolo. Allora, a Gorizia, un famoso personaggio, quale Giangiuseppe Barzellini, riuscì a eseguire il lancio di un "globo aerostatico ad aria infiammabile". Il pallone, con un diametro di circa quattro metri, s'innalzò dal villaggio di Piuma alle 17.10 del 26 Luglio 1774. Salito all'altezza di 2.754 tese (circa 5 mila metri) prese una direzione orizzontale scomparendo alla vista degli osservatori. Questo primo aerostato si innalzò nei cieli di Gorizia e fu il primo a raggiungere un'altezza notevole senza incendiarsi. Nato a Cormons nel 1730 e morto a Gorizia nel 1809, Barzellini viene ricordato per i suoi numerosi studi di meteorologia, fisica e astronomia. Ma è ricordato per aver dato un contributo anche in geometria e in aritmetica. Infine, soprattutto, raccolse un ricchissimo patrimonio librario di cui una parte è conservata oggi nella Biblioteca del seminario teologico di Gorizia. A lui è stata dedicata pure una via. Sfortunatamente "andare in via Barzellini" per i Goriziani non è di buon auspicio. Equivale a finire in carcere, che appunto lì si trova.
Barzellini non fu l'unico pioniere del volo, suoi ideali successori furono i bottai Giuseppe ed Eduardo Rusjan. Tentarono, dai terreni della Campagnuzza, di far librare nel cielo il loro "Eda I", un biplano di loro stessa progettazione e costruzione. Il 25 novembre 1909 fece un balzo di 60 metri a un'altezza costante di 2 metri. Qualche giorno dopo, il 29 novembre, compì un volo di ben 600 metri. Da questi inizi si originò col tempo il "Duca d'Aosta". Successivamente il piccolo aeroporto goriziano fu protagonista di numerose vicende più o meno importanti. Come ad esempio il primo abbattimento di un aereo austro-ungarico da parte di Francesco Baracca, principale asso dell'aviazione italiana, effettuato nei cieli di Gorizia il 7 Aprile 1916.
Recentemente, il piccolo aeroporto goriziano era stato chiuso per una serie di problemi legati alla pubblica incolumità. Dopo oltre tre anni di inattività, l'11 gennaio 2014 fu inaugurato l'hangar Gleiwitz, un capannone che può tuttora accogliere diversi tipi di alianti. Nel complesso la struttura aeroportuale del "Duca d'Aosta" è in grado di ospitare 16 velivoli di piccole dimensioni. Tutto ciò è stato reso possibile dalla Pipistrel, azienda slovena che ha aiutato la rinascita del piccolo aeroporto con un finanziamento, per un ammontare di 40 mila euro. Un grande passo per Gorizia che però, dopo pochi mesi di attività, è stato appunto stroncato dall'Enac.
L'ente nazionale per l'aviazione civile ha evidenziato una serie di problemi legati alla sicurezza del sito. La chiusura della struttura ha abbattuto anche gli animi di tutti quei cittadini che, dopo anni di lavoro, hanno cercato di valorizzare l'aeroporto. L'Enac ha ritenuto fossero presenti ordigni bellici nel sottosuolo dell'aeroporto goriziano e che dunque bisognasse dare inizio ad un piano di recupero e messa a norma delle infrastrutture. Così, dopo un breve periodo di lavori, dal 23 ottobre 2014 il "Duca" diventa nuovamente agibile. Confermando la definitiva riapertura.
Andrea Driutti
III B Liceo Scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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