Sos della Carigo: a rischio 600mila euro l’anno

La legge di stabilità contiene una disposizione che ha un effetto dirompente sulla Fondazione. Lettera di Chiozza ai parlamentari: «Vanno trovati correttivi al provvedimento»
La sede della Fondazione Carigo
La sede della Fondazione Carigo

La segnalazione è già stata inviata ai parlamentari isontini e verte sul provvedimento in corso di esame alla Camera (Legge di stabilità) che ha pesanti risvolti per le Fondazioni e, conseguentemente, per tutto il nostro territorio. A firmarla il presidente della Fondazione Carigo che si dichiara «molto preoccupato per il futuro».

Il disegno di legge contiene, infatti, una disposizione «che ha un impatto diretto e dirompente sulle Fondazioni, in quanto, modificando nuovamente il regime di tassazione dei proventi finanziari, aumenta dal 5% al 78% la quota tassabile dei dividendi percepiti dal 01/01/2014, quindi con effetto retroattivo, attribuendo loro di fatto (in modo del tutto irrazionale rispetto alle loro finalità) una tassazione di gran lunga superiore a quella dei soggetti privati profit. Per la Fondazione Carigo - denuncia Chiozza - questo vorrebbe dire sottrarre risorse importanti, quantificabili in circa 600.000 euro all’anno, all’attività istituzionale ed erogativa a favore della propria comunità di riferimento. Si tratta di una misura che metterà quindi in grande difficoltà anche la nostra Fondazione, che eroga ogni anno circa 3,2 milioni di euro sul territorio per importanti iniziative in campo assistenziale e sociale, culturale, dell’istruzione, dello sviluppo locale».

Chiozza ricorda l’Emporio della solidarietà di Gorizia e Monfalcone (che aprirà nei prossimi mesi), il fondo straordinario “Famiglie in Salita” promosso dalla Caritas diocesana per dare occasioni di lavoro, anche temporaneo, a chi non ce l’ha più, il sostegno alle famiglie che seguono a casa persone disabili o anziane o con patologie particolari tramite gli Ambiti socioassistenziali e gli stanziamenti a favore delle cosiddette “nuove povertà”: pagamento bollette arretrate, affitti, utenze, medicinali e così via. E ancora la mensa dei Cappuccini, le borse della spesa della Croce Rossa di Gorizia e Monfalcone, le tante iniziative a favore del Cisi, dell’Anfass di Gorizia e delle numerose associazioni che si occupano di disabilità, di prevenzione e riabilitazione di malattie che segnano la persona (Parkinson, Alzheimer, Sclerosi multipla) o anche solo di creare dei momenti e dei luoghi di aggregazione per regalare un po’ di serenità a chi è solo, dimenticato in un letto di ospedale o in una Casa di riposo. Per non parlare dell’aiuto determinante che la Fondazione garantisce – fin dalla sua nascita - al mantenimento dei corsi universitari a Gorizia, e poi al miglior funzionamento di tutte le Istituzioni scolastiche provinciali, borse di studio ed attività motorie. «E ancora l’impegno nella cultura in tutte le sue forme, dalle stagioni teatrali provinciali alle rassegne espositive, dai concerti ai convegni: un mondo variegato di enti locali (Comuni, Provincia, la Regione stessa) ed associazioni dipendono spesso dalla Fondazione per la loro stessa sopravvivenza e la garanzia di poter “fare cultura” in tutto l’isontino, tanto più oggi che la Regione ha fatto mancare diversi contributi “storici”. Ebbene, il sostegno a tutta questa attività - denuncia Chiozza - dovrebbe essere ridotto in modo consistente, almeno del 20%, mettendo a rischio anche progetti già avviati con particolare riguardo all’assistenza, che è oggi una priorità per la Fondazione. In 5 anni è quadruplicata la tassazione sulle Fondazioni, senza tenere minimamente conto del fatto che esse sono soggetti non profit, privati e autonomi che svolgono attività filantropica erogando risorse ad altri soggetti non profit, ma anche stando a fianco degli enti locali e delle istituzioni garantendo quei servizi e quell’aiuto a cui lo Stato non riesce più a far fronte da solo, operando nel principio di sussidiarietà e quindi contribuendo a risolvere problemi di interesse pubblico. È un caso unico in Europa, dove invece le fondazioni e i soggetti non profit godono, per la loro funzione, di una fiscalità di vantaggio. Mi associo quindi all’appello lanciato dal presidente dell’Acri Guzzetti affinchè a livello parlamentare si possano trovare dei correttivi a questo ennesimo provvedimento che penalizza le Fondazioni».

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