Sos al governo sull’emergenza profughi
TRIESTE. Gli arrivi via terra in Friuli Venezia Giulia equiparati a quelli via mare di “Mare Nostrum”, il solo modo per attenuare in regione l’onere della gestione dei flussi migratori non programmati. La richiesta di Debora Serracchiani al governo, via prefetto di Trieste, è conseguenza del recente aumento dei richiedenti asilo. La presidente, ieri al Tavolo regionale sull’immigrazione, trasmette la preoccupazione Fvg assieme a Gianni Torrenti. A fine novembre l’assessore con delega alla Solidarietà aveva reso noto che quello dei profughi ospitati in Fvg, allora 1.465, era un numero «preoccupante, ma gestibile». Fu l’occasione anche per rispondere a un’interrogazione di Luca Ciriani: «Non facciamo un favore a nessuno se confondiamo l’accoglienza a chi ha bisogno con il fenomeno più ampio della clandestinità».
Adesso che si è arrivati a quota 1.700, Torrenti non cambia più di tanto posizione: «Sono numeri significativi ma ancora gestibili se in modo coordinato, tenendo conto che è un problema che in questo momento è presente in tutta Europa». La novità, dunque, è che il Fvg non ce la può fare più da solo. E dunque il compito dell’accoglienza va spartita anche con le altre regioni. La sollecitazione è emersa davanti al prefetto di Trieste e commissario di governo per il Fvg Francesca Adelaide Garufi, presenti altri rappresentanti statali di prefetture e questure, sindaci e amministratori locali. Un coordinamento regionale necessario, osserva Serracchiani, «per affrontare il problema valutando i numeri del fenomeno e le varie iniziative in atto così come le buone pratiche, in una visione a trecentosessanta gradi».
Al termine di un confronto servito a fare chiarezza sull’entità degli ingressi nel territorio regionale, la presidente ufficializza l’appoggio a livello ministeriale della proposta del prefetto di Trieste, «di equiparare cioè gli arrivi via terra a quelli via mare di “Mare Nostrum”, in modo da distribuire l'accoglienza anche in altre regioni, sollecitando nello stesso tempo quelle modifiche legislative necessarie per rendere più spedite le procedure burocratiche». Il riferimento è alla vasta operazione di salvataggio dei migranti in mare a seguito del naufragio di Lampedusa dell’ottobre 2013 e non a caso Serracchiani, precisato che «è anche emerso che la presenza dei richiedenti asilo non crea problemi di ordine pubblico né di sicurezza», aggiunge: «Continueremo a lavorare sulle politiche di integrazione e anche su quelle sanitarie, in particolare a Trieste, dove si registrano alcune criticità. Siamo di fronte a un’emergenza e la stiamo affrontando con il coordinamento e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti».
L’obiettivo del Tavolo in prefettura sollecitato dalla Regione, conferma pure Torrenti, è infatti soprattutto quello di distribuire meglio l’accoglienza, coinvolgendo altre amministrazioni locali. Tra le altre informazioni di ieri quella sui Comuni attualmente coinvolti dalle operazione di assistenza: sono 24. Ma diversi altri, fa sapere l’assessore regionale, si sono già resi disponibili a ospitare anche piccoli nuclei di richiedenti asilo. «Aiuteranno a superare le attuali criticità», assicura ancora Torrenti. Per migliorare i progetti di integrazione, si punta inoltre ad avviare forme di lavoro socialmente utile. Quanto al tema dei minori non accompagnati, la Regione ha anche predisposto un vademecum per i sindaci che sarà distribuito a giorni. Mentre un po’ di sollievo potrà arrivare dall’istituzione a Verona di una seconda commissione territoriale per i richiedenti asilo, struttura che contribuirà in modo sostanziale a ridurre la pressione su Gorizia, dove opera al momento l’unica commissione del Nordest.
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