Sos a Bruxelles per il lago di Doberdò

L’ateneo di Trieste, dopo la denuncia dello stato comatoso dello specchio acqueo, a caccia di fondi con un progetto Interreg

DOBERDO' DEL LAGO. Appello all’Europa per salvare il lago di Doberdò, avviato a sicura distruzione per l’invasione incontrollata di specie esotiche che minacciano di far perdere la biodiversità alla prateria umida naturalistica del “cariceto”. Lo testimoniano gli eccezionali e inediti filmati a voli radenti realizzati dalle telecamere dei droni, che in questi giorni stanno effettuando le ultime registrazioni cominciate ad agosto. Le riprese realizzate dall’ingegner Davide Zorzetto dell’Airmap di Trieste, sono coordinate da due ricercatori dell’Università di Trieste, il professor Alfredo Altobelli del Dipartimento della Scienza e della Vita e Livio Poldini esperto in attività naturalistiche e ambientali.

Video dal drone: Sos a Bruxelles per il lago di Doberdò

Uno spezzone di filmato è inserito nel sito web de Il Piccolo per gentile concessione degli studiosi. Le immagine sono corredate dalla colonna sonora e dai versi di una poesia di Cvetko Peric, l’ultimo custode del Lago. «Per tutelare la salute dello specchio d’acqua – spiega - coinvolgeremo il Comune di Doberdò e la Regione per attivare un progetto internazionale europeo Interreg assieme alla Slovenia, che ha il lago di Circonio. I finanziamenti chiesti a Bruxelles, serviranno per difendere i rari esempi di laghi carsici privi di fiumi superficiali, alimentati solo da risorgive, fiumi sotterranei e dall’apporto pluviale».

Il lago di Doberdò è caratterizzato da due grandi depressioni carsiche parzialmente riempite dai laghi di Doberdò e Pietrarossa separate da una dorsale calcarea. Si tratta di uno dei pochi esempi dove il livello delle sue acque cambia dalla portata dei fiumi Vipacco e Isonzo. Ha una superficie di 0,34 km², una profondità massima 9,5 metri e un volume 1,7 milioni di m³.

«Lo studio che abbiamo realizzato – afferma il docente dell’ateneo triestino – ha un duplice obiettivo. Avere la mappatura completa della situazione di tutta l’area dove è stato già esplorato oltre l’80% del lago. In secondo luogo è una conferma che le immagini rilevate sono una grande risposta sulle potenzialità del drone con cui è stato possibile effettuare un censimento delle specie alloctone invasive. Vista la sua elevata risoluzione è il mezzo più appropriato poichè con i voli aerei e le immagini satellitari è impossibile riuscire a individuare le specie. Tutto questo lavoro servirà come base al progetto per capire i diversi habitat, quanti sono inquinati da queste specie perché hanno un’aggressività tale da far morire il lago. Ogni habitat, cioè, viene censito per vedere la quantità delle specie invasive presenti».

Ma cosa può fare l’Europa? «È sensibile a queste problematiche. Perciò auspichiamo che ci sia l’interesse dell’amministrazione comunale e della Regione - dice Altobelli - che sono i portatori di interesse diretti, alla fine della risoluzione del problema». Si spera in questo modo di incentivare un turismo ecologico intelligente e nello stesso tempo di salvare il lago dal punto di vista ambientale.

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