Soppresso da Jadrolinija il traghetto Fiume-Ragusa
FIUME. Erede del collegamento lungoadriatico introdotto nel 1837 dall’austriaco Lloyd, con partenza da Trieste, scali in Dalmazia e approdo finale a Patrasso in Grecia, la linea Fiume–Ragusa è ormai prossima a scomparire. Mantenuta da anni dal traghetto Liburnija, dell’armatrice fiumana Jadrolinija, la tratta produce forti perdite che la compagnia di Palazzo Adria non può, né vuole più coprire. All’inizio dell’anno era stata stabilita un’intesa che avrebbe visto la Jadrolinija stanziare la somma più alta per far restare in vita la Fiume–Ragusa (con scali anche a Spalato, Cittavecchia di Lesina, Curzola e Sobra, nell’isola di Meleda), con aiuto finanziario anche da parte delle città di Fiume, Spalato, Ragusa, Curzola, Lesina, Cittavecchia di Lesina, nonchè delle Regioni quarnerino–montana, spalatino–dalmata e raguseo–narentana.
L’accordo però non è mai effettivamente decollato e alla Jadrolinija è toccato sobbarcarsi da sola le spese per il collegamento, pari a 11 milioni di kune, circa 1 milione e 435 mila euro. Considerato che l’Unione europea – di cui la Croazia fa parte – non permette alle armatrici di fare affidamento su sovvenzioni statali, per la Fiume–Ragusa si mette male, anzi malissimo. Lo ha ammesso lo stesso direttore generale della società fiumana, Alan Klanac: «Siamo costretti a sopprimere questa storica tratta perché lasciati da soli a coprirne i conti in rosso. Quest’anno poi abbiamo registrato soltanto 31 mila passeggeri e 6 mila veicoli, per un calo su base annua di rispettivi 24,3 e 11,8 punti percentuali. La gente preferisce viaggiare sulla comoda e meno costosa rete autostradale e pertanto, a meno di un radicale cambiamento, dall’anno prossimo la Fiume–Ragusa non esisterà più».
L’ultimo viaggio del ferry Liburnia è avvenuto lo scorso 30 settembre, trattandosi di una linea stagionale scattata il primo giugno. Anche per la nave, ormai vecchia, si configura uno scenario che ne prevede la vendita, oppure il disarmo. «Abbiamo bussato a diverse porte – ha aggiunto Klanac – ottenendo soltanto promesse e nulla più. A deluderci è stata soprattutto la Contea raguseo–narentana, che ha subito respinto il progetto di cofinanziamento. Si è accodata la città di Ragusa e quindi anche Spalato. Se le autonomie locali e regionali fossero riuscite a garantirci la cifra di 400 mila euro, la Fiume–Ragusa sarebbe andata avanti». Klanac ha lasciato aperta una porticina, parlando di collegamento di forte impatto turistico e invitando l’industria ricettiva a proporre una soluzione soddisfacente che possa ridare linfa a questa linea, sicuramente non più di moda ma ancora importante per gli abitanti dell’area costiera e per i vacanzieri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo