Sono usciti dal coma i bambini coinvolti nella tragedia di Lesina

Il più piccolo ha chiesto della mamma, ancora ricoverata La toccante testimonianza dell’ex senatore Mancuso

SPALATO. Finalmente una bella notizia dopo quelle dell’orrore dei giorni scorsi in merito all’intossicazione dei 6 vacanzieri siciliani sul veliero a motore Atlantia, costata la vita al noto imprenditore Eugenio Vinci di 57 anni.. All’ospedale del capoluogo dalmata, infatti, i medici hanno staccato dal polmone artificiale i suoi figli di 5 e 14 anni che ora dunque respirano in maniera autonoma. E lentamente stanno riprendendo conoscenza dal clima indotto nel quale si trovavano dal momento del ricovero, ossia da martedì scorso.

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Ne danno notizia i media croati, condividendo questo momento di gioia. L’ex senatore Bruno Mancuso ora sindaco di Sant’Agata di Militello, da dove proviene il gruppo di turisti che aveva preso a noleggio il veliero, racconta la sua grande emozione nell’aver sentito il bimbo di 5 anni chiamare «mamma, mamma», mentre apriva gli occhi. «Entrambi - ha raccontato Mancuso -hanno riconosciuto la mamma e questo per noi è un segnale di grande speranza che possano riprendersi completamente». A tale proposito però i medici vanno molto cauti. «Ci vorranno dei giorni - hanno spiegato - per conoscere l’entità dei danni provocati al loro cervello e agli altri organi dal monossido di carbonio, comunque restiamo molto ottimisti».

La loro madre, Manuela Fiasconaro di 46 anni è sempre ricoverata al reparto malattie infettive dell’ospedale di Spalato ma le sue condizioni sono in netto miglioramento.

Gli altri 3 intossicati tra cui lo stesso Bruno Mancuso hanno già lasciato l’ospedale e recuperato le loro cose dal veliero. La salma di Eugenio Vinci sarà trasportata nella località di provenienza domani.

La tragedia, lo ricordiamo, è stata causata dal “fai da te” da parte del proprietario 23enne e del capitano 27enne del veliero, nel rimediare al guasto del generatore di corrente dell’imbarcazione. Come emerso durante le indagini, non riuscendo a farlo riparare prima della partenza con i turisti siciliani, ne hanno acquistato uno nuovo a benzina, di basso costo (660 euro), però inadatto a operare in ambienti chiusi come lo è la sala macchine del veliero dove l’avevano collocato.

È successo così che mentre era stato azionato per alimentare l’impianto di aria condizionata, il Co emesso dal sistema di scappamento, si era infiltrato nelle cabine dei passeggeri, intossicandoli nel sonno. Durante la perizia inoltre è stato accertato che era fuori uso il sensore del gas, obbligatorio sulle imbarcazioni.

I due, che si dichiarano innocenti, rischiano fino a 8 anni di carcere. —

P.R.

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