«Sono un servitore dello Stato risponderò davanti al giudice»

L’ex ministro Clini: «Io e la mia compagna dipinti come Bonnie e Clyde. Non sono interessato ai processi mediatici, ora lavoriamo per ricostruire la verità»
La villa di Martina Hauser
La villa di Martina Hauser

«Finora ho tenuto un profilo molto rispettoso delle regole processuali e del segreto istruttorio. E i risultati confortano questo tipo di approccio: ci sono cose pesanti che sono state smentite dai fatti, sono una persona libera e assieme alla mia compagna ho avuto contro una campagna mediatica in cui siamo stati dipinti come Bonnie e Clyde. Ora lavoriamo per ricostruire la verità, con pazienza». Parole che, ieri sera, Corrado Clini ha pronunciato al telefono, contattato da “Il Piccolo”. «Preferisco di gran lunga - ha aggiunto Clini, dimessosi da direttore generale del Ministero dell’ambiente nei mesi scorsi - il processo con il giudice a quello in cui testimoni mi accusano con il volto oscurato: se uno ritiene io abbia commesso un reato, mi denunci. È strano che una trasmissione del servizio pubblico usi persone a volto coperto per dire certe cose, in modo illegale e anticostituzionale: è stato leso il diritto alla difesa. Ai processi mediatici non sono interessato, sono stato per tutta la vita un servitore dello Stato e risponderò davanti al giudice». A marzo la prima udienza a Roma. Al programma condotto da Milena Gabanelli, Clini aveva scritto: «Intendo precisare che, secondo quanto risulta da un’ampia e dettagliata documentazione, devono escludersi vantaggi al sottoscritto, diretti o indiretti e, tantomeno, ruoli gestionali nelle attività delle oltre 450 imprese che hanno operato in programmi promossi dal Ministero». Una comunicazione che aveva fatto seguito a un testo di sette giorni prima e inviato a “Report” dai suoi avvocati Paolo Dell’Anno e Attilio Soriano, e nel quale aveva toccato questioni che i giornalisti della trasmissione avrebbero voluto approfondire, ponendogli domande dirette.

Una delle ipotesi evidenziate nel corso di Report, è che tra Rem e il Ministero dell’ambiente i rapporti fossero consolidati. È Pietro Lucchese, presidente di Rem, a spiegare: «Non prendiamo, né viviamo con alcun tipo di finanziamento da parte del Ministero. Veniamo pagati per la nostra attività professionale dalle imprese pubbliche e private». Certo, «è evidente che svolgendo questo tipo di attività interloquiamo con il Ministero». L’attività cui si riferisce riguarda la “comunicazione sostenibile” che Rem cura dal 2005. «Abbiamo - continua - una funzione di informazione, di agevolatori di quelle che sono le pratiche di natura ministeriale». Lucchese insiste nel dire che «tutto ci si sarebbe aspettati tranne che scoprire, qualora fosse vero, che Clini abbia commesso cose di natura assolutamente personale, nell’ambito delle sue funzioni, al di fuori delle regole. Siamo stati attaccati da Report facendoci scontare un posizionamento e un ruolo di vicinanza come quella a Martina Hauser e a persone che hanno fatto delle cose da cui ci discostiamo e prendiamo le distanze». (m.u. e d.p.)

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