Sono 150 i triestini che hanno deciso di cambiare nome in meno di due anni

C’è chi adotta il cognome materno ma non mancano nemmeno i casi “strani”. L’iter impone una serie di passaggi prima dell’ok

TRIESTE Dagli inizi del 2018 ad oggi sono stati 150 i triestini che hanno presentato alla Prefettura una richiesta per modificare il proprio nome o cognome, oppure per ottenere il ripristino nella forma originaria del cognome.

Settimanalmente l’albo pretorio dei Comuni delle nostra provincia riporta le diverse domande.

«Desireè Presbiteri De Lassis - si legge in uno dei recenti annunci affissi all’albo del Comune di Trieste - chiede il cambio del cognome da Presbiteri De Lassis a Grahonja». Oppure: «Marie Madeleine Polloni chiede il cambio del nome da Marie Madeleine a Maria Maddalena». Le tipologie di richieste sono tra le più disparate. Semplificazione dei nomi, l’aggiunta del cognome della madre accanto a quello del padre, o una modifica per ovviare al disagio causato da un cognome imbarazzante, “ridicolo o vergognoso”.

Un cognome scomodo, la decisione cinica di alcuni genitori di affiancare ad un cognome un nome che generi prese in giro, imbarazzo, possono condizionare la vita di una persona, al punto da spingerla a chiederne una modifica.

Sbarazzarsi di un cognome, per molti, può rappresentate una sorta di rinascita. In alcuni casi, anche i pessimi rapporti con un padre possono far maturare la decisione di voler apportare delle modifiche, A Trieste, più che in altre città italiane, alla Prefettura vengono depositate anche richieste di ripristino nella forma originaria del cognome italiano assunto o attribuito in base alle disposizioni degli articoli 1 e 2 del Regio Decreto-Legge del 10 gennaio 1926. Nello specifico, nel 2018 la Prefettura ha raccolto 64 richieste per cambio nome o cognome; 59 invece dall’inizio del 2019 ad oggi. Riguardo al ripristino del cognome originario, lo scorso anno le domande sono state 16. Undici da inizio gennaio 2019 ad oggi.

Delle 150 richieste da inizio 2018 a oggi, 56 risultano in istruttoria e, allo stato attuale, nessuna istanza risulta rigettata.

Va ricordato che qualsiasi cittadino che intende cambiare o modificare il proprio nome e cognome deve essere autorizzato dal Prefetto. «Le richieste - si legge nelle disposizioni riportate dalla Prefettura di Trieste - devono rivestire carattere eccezionale e sono ammesse esclusivamente in presenza di situazione oggettivamente rilevanti, supportate da adeguata documentazione e da significative giustificazioni».

La richiesta può essere presentata solo da cittadini italiani. «In nessun caso - scrive la Prefettura - può essere avanzata domanda di attribuzione di cognomi di importanza storica o comunque tali da indurre in errore circa l’appartenenza del richiedente a famiglie illustri o particolarmente note nel luogo in cui si trova registrato l’atto di nascita del richiedente o nel luogo di sua residenza».

Se la richiesta viene considerata meritevole di essere presa in considerazione, con decreto del Prefetto, viene affissa per trenta giorni consecutivi all’albo pretorio del Comune di nascita e di quello di residenza.

In specifici casi, viene notificata anche a determinate persone. Chiunque ritenga di avere interesse, può fare opposizione oltre trenta giorni dalla data dell’affissione. A quel punto, il Prefetto, accertata la regolarità delle affissioni e vagliate le eventuali opposizioni, provvederà ad emanare il decreto di autorizzazione al cambio del nome o del cognome. E la persona assume una nuova identità anagrafica.

Una procedura che consente di liberarsi di detestabili fardelli onomastici prevenendo i rischi di truffa. —


 

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