Sondaggio: il 90% dei triestini vuole il riuso di Porto Vecchio
Chiedi ai triestini se vogliono il Porto Vecchio svecchiato e restituito alla vita della città, e ti ritrovi in mano una sentenza inappellabile. Un esito bulgaro che ricorda, giusto per restare ai giorni nostri e alle cose note ai più, le mastodontiche percentuali raggiunte nel 2011 dal referendum nazionale in cui si parlava, tra l’altro, di acqua. Non è un caso. Qui evidentemente la gente vede, sente nel Porto Vecchio il suo bene comune. Oltre il 90% ne reclama il «recupero», la «necessità di rigenerare l’area» in scia alla «marcia simbolica» guidata a fine settembre dal sindaco Roberto Cosolini. Una sentenza, per l’appunto, che si ritrova tra i risultati del sondaggio realizzato sotto Natale per conto del Piccolo da Tolomeo Studi e Ricerche Srl di Treviso, di cui abbiamo pubblicato nei giorni scorsi le prime due puntate.
La terza puntata che affronta i grandi «temi» su cui Trieste si sta interrogando parte dunque non da un argomento che divide per definizione (come il gradimento di un sindaco o gli orientamenti di voto), bensì da un qualcosa che, stando al risultato del sondaggio, unisce la città. Ma veniamo ai numeri. Alla prima delle due domande sul Porto Vecchio poste ai triestini dagli analisti di Tolomeo (pro o contro il «riutilizzo dello scalo»?) il 90,6% si dice «favorevole» a vario titolo: il 63% lo è «molto», il 27,6% «abbastanza». Scremato il 2,8% di agnostici, o di quelli che si avvalgono della facoltà di non rispondere, rimane uno zoccolo di contras del 6,6%, dove i duri (il 4,9% si dichiara «molto contrario») prevalgono sui moderati (l’1,7% si limita all’«abbastanza contrario»). Scendendo nei dettagli, tra i segmenti della popolazione, le più infervorate sono le casalinghe, favorevoli nel 96,7% dei casi.
Pure i lavoratori autonomi non scherzano col loro 94%, mentre spicca il 12,2% di contrari tra i dipendenti privati. Ma è tra le fette di elettorato che si pesca un en-plein: chi intende votare alle prossime elezioni i partiti di centro è favorevole al 100%. Seguono il 96,2% del Movimento 5 Stelle (il che fa sensazione dato che i grillini nostrani si erano smarcati dalla marcia di liberazione del Porto Vecchio proposta da Cosolini), il 93,9% del Pd, il 92,4% di chi ci sta a sinistra e l’87,6% di Pdl, Lega e dintorni (chi si sente di destra si dice contrario al 9,8%). La media di pro s’abbassa, infine, con l’83,7% registrato fra gli indecisi.
Un conto poi è essere «favorevole» a una svolta del Porto Vecchio e un altro è giudicare «il recupero importante per lo sviluppo di Trieste». È il cuore della seconda domanda del sondaggio, e qui i consensi salgono al 93%. Per l’83,6% è «molto importante», il 9,4% lo considera «abbastanza importante». «Poco» lo è per il 2,3%, «per niente» per il 2,2% mentre un 2,5% di concittadini si chiama fuori. Tra le questioni affrontate nell’articolata indagine di Natale, il Porto Vecchio, dunque, è l’unica dove non c’è partita. «In questo caso - spiega Aldo Cristadoro, direttore del Dipartimento politico-elettorale di Tolomeo - i giudizi sono pressoché unanimi. Il rilancio del Porto Vecchio è sentito dalla stragrande maggioranza, sostanzialmente dalla totalità, e per giunta senza particolari distinzioni per fasce di popolazione o elettorato». «Sorprende - prosegue Cristadoro - la percezione positiva, e trasversale, che emerge rispetto alla decisione del sindaco di fare la marcia verso il Porto Vecchio. Sorprende ancor di più in una città che, nonostante sia attraversata da un vantaggio del centrosinistra resta pur sempre legata ai propri sensi d’appartenenza tradizionali» e rimane naturalmente divisa su tutto o quasi. «Il Porto Vecchio - aggiunge l’analista - è un tema che unisce la città, più che dividerla». La rende insomma trasversale. Lo si è visto quando a fianco di Cosolini, in marcia, si son messi per esempio il finiano di ferro Menia e Antonione, suo competitor alle amministrative del 2011 in quota centrodestra. Mancava come si sa l’anima camberiana della città, che poco non conta. Conta di sicuro più dello zoccolo di contras di cui si è detto. Ma questa è un’altra storia. Porto anzitutto commerciale con Punto franco rinormato o anzitutto turistico, con tanto di sdemanializzazione, non era questa la scelta di cui il sondaggio chiedeva conto. «Le domande dell’indagine - chiude Cristodoro - non puntavano a individuare soluzioni ma a rappresentare la percezione del problema».
@PierRaub
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