Sondaggio del Pd Serracchiani-Honsell la coppia anti-Tondo

Lievemente distaccato ma in corsa anche Bolzonello A preoccupare però è la perdita di 9 punti rispetto al 2008
ANTEPRIMA Udine 14 marzo 2008. Conferenza stampa Honsell - Illy. Telefoto Copyright Gabriele Menis / Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 14 marzo 2008. Conferenza stampa Honsell - Illy. Telefoto Copyright Gabriele Menis / Foto Agency Anteprima Udine

di Marco Ballico

TRIESTE

C’è la buona notizia per il Pd: i possibili anti-Tondo sono tre, con Debora Serracchiani anche Furio Honsell e Sergio Bolzonello. E c’è quella cattiva: il partito è in picchiata, perde 9 punti rispetto alle regionali 2008. C’è infine la polemica: la diffusione, ieri pomeriggio, dei dati del sondaggio in Fvg commissionato dal vertice nazionale crea non pochi malumori nel Pd. Mauro Travanut, il più esplicito, invita Serracchiani a «prendere atto che il partito ha la broncopolmonite, altro che il raffreddore» e a «trarre le conseguenze che l’unica risorsa per poter vincere è lei». Il segretario regionale guida infatti la pattuglia degli aspiranti governatori. I sette democratici testati in un ipotetico duello con Renzo Tondo, vedono Serracchiani strappare un pareggio (a quota 42%), ma non vanno male nemmeno Furio Honsell e Sergio Bolzonello, capace anche di catturare consensi a centrodestra. I due sindaci, uno in carica a Udine, l’altro ex a Pordenone, viaggiano a stretto contatto con il presidente della Regione: Honsell cede 42-43%, Bolzonello 41-42%. Più staccati gli altri. Il capogruppo Gianfranco Moretton è lontano 8 punti da Tondo (36-44%), il deputato Ettore Rosato è a -10 (35-45%), il consigliere Mauro Travanut a -13 (33-46%), il secondo parlamentare, Alessandro Maran, a -15 (32-47%). Più o meno lo stesso ordine nella graduatoria della notorietà: Serracchiani e Honsell sono appaiati al 68%, Moretton è terzo a 49%, quindi Bolzonello (45%), Rosato (31%), Travanut (29%) e Maran 16%). L’ufficio stampa del Pd Fvg precisa che l’indagine è stata condotta dal 16 al 21 dicembre dell’anno scorso dall'istituto Swg di Trieste su un campione di 820 residenti. «Il primo indicatore importante – commenta Serracchiani – è la reazione dei cittadini alla manovra Monti: il 50% di consenso al governo, che diventa l’85% tra gli elettori del Pd, dimostra che c’è consapevolezza della necessità, in questa fase, di sacrifici». Il sondaggio, che vede i friulgiuliani considerare come priorità il lavoro (58%), i giovani (37%), le infrastrutture (28%) e la sanità (21%) e sottolineare l’urgenza di un ruolo europeo della regione, fa emergere un giudizio negativo sulla giunta, il cui operato viene valutato negativamente dal 64% degli intervistati, e anche sul presidente, visto in difficoltà dal 60% dei contatti. Le tre frecce a disposizione per batterlo? «Il Pd è in grado di presentare candidati vincenti – dice Serracchiani –, c’è la sensazione di potercela fare. Il mio dato? Premesso che nulla cambia nel percorso verso le primarie e che il sondaggio è servito solo a indirizzare i temi della campagna elettorale, fa piacere essere apprezzata, se non altra perché la figura del parlamentare europeo viene percepita come distante dal territorio. Evidentemente il lavoro dei dirigenti paga». Quello che stona è il dato del Pd (21%, lontanissimo dal 29,9% del 2008, in un centrosinistra (39%) all’inseguimento del centrodestra (42,5%, il Pdl, 22%, è pure in fortissimo calo) e con il Terzo Polo (10%, Udc al 5%) ago della bilancia. Ci fosse un confronto classicamente bipolare, finirebbe 46-41% sempre per il centrodestra. Serracchiani ammette un po’ sorpresa un dato «inferiore alle attese». Ma all’interno del partito è già bufera. Travanut viene inizialmente escluso dalla sintesi dei dati ma pretende, accontentato, la diffusione anche dei meno competitivi come anti-Tondo. E, più in generale, osserva che «solo recuperando l’unità smarrita nel tempo si può sperare, ma certo non essere sicuri, di vincere. Serracchiani non chiuda gli occhi e si assuma le sue responsabilità: tocca a lei». Anche Moretton sottolinea che quel 21% «deve fortemente preoccupare il partito regionale di fronte a percentuali nazionali di un bel po’ superiori». Ma minimizza: «Il campione è ridotto, è un sondaggio che lascia il tempo che trova».

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