Sondaggi: Renzi il più amato (ma per la prima volta in calo)
Renzi resta il leader più amato dagli italiani, con il 55% delle preferenze. Ma in una settimana ha perso tre punti. A seguirlo è il presidente Napolitano con il 41% e il premier Letta, che si attesta al 37%. Berlusconi è il quinto, dopo Grillo, con il 23% dei consensi.
Lo rivela un sondaggio dell’istituto iXè di Trieste realizzato in esclusiva per Agorà, dal quale risulta che tutti i leader sono in calo di fiducia, con l’esclusione di Beppe Grillo che guadagna due punti passando dal 32% al 34%. Per il 73% degli italiani, però, l’opposizione del Movimento 5 Stelle in Parlamento supera il limite e alcuni comportamenti sono inaccettabili.
Giudizio opposto, invece, è quello espresso dagli elettori pentastellati. Per il 69% di loro, l’opposizione in Parlamento è sì intransigente ma nel rispetto delle regole. Per un italiano su due (53%) gli atteggiamenti del M5S istigano alla violenza. Secondo il 64% degli italiani, inoltre, la stampa e i mezzi di informazione sono obiettivi e imparziali nei confronti del Movimento 5 Stelle. Diverso il giudizio dei militanti, per il 63% dei quali il «quarto potere» è di parte e prevenuto.
Passando alle intenzioni di voto, il Pd resta il primo partito ma perde lo 0,7% in una settimana, passando dal 31,4% al 30,7%. Il secondo partito è il Movimento 5 Stelle che con il 22,8%, guadagna 1,7% e scavalca Forza Italia, calo di un punto al 21,8%.
In termini di coalizione, a prevalere (ma di misura) è il centrosinistra con il 35,7%, mentre il centrodestra raccoglie il 35,4%, Udc compreso. Nella simulazione sulle eventuali ipotesi di ballottaggio, comunque, è il centrosinistra a prevalere sia su Fi (49% contro 36%), sia su Grillo (55% contro 32%), mentre il centrodestra prevarrebbe in un eventuale ballottaggio con M5S (45% contro 38%).
Secondo l’istituto di ricerca di Roberto Weber, il quadro politico è sostanzialmente stabile anche se emergono alcuni elementi: la crescita dello 0,8 per l’Udc (che premia il suo ritorno nel centrodestra) e la salita del M5S (che premia invece la radicalizzazione dell’opposizione). Dato molto rilevante è quello secondo cui quasi un italiano su due oggi è indeciso sul voto o addirittura non andrebbe a votare. Il cosiddetto «partito del non voto», che mette insieme indecisi ed astenuti, raggiungerebbe infatti la soglia del 45%. Questo il quadro delle intenzioni di voto (tra parentesi il risultato del 31 gennaio:
- Pd 30,7% (31,4)
- M5S 22,8% (21,1)
- Fi 21,8% (22,8)
- Lega 3,6% (3,5)
- Ncd 3,4% (3,9)
- Sel 3,0% (2,8)
- Udc 2,6% (1,8)
- Fdi 2,3% (2,1)
- Sc 1,1% (1,4)
- Rc 1,1% (1,2)
- Mov. per An 0,8% (0,9)
- Idv 0,9% (0,9)
- Azione Civile 0,7% (0,8)
- Verdi 0,6% (0,8)
- Radicali 0,6% (0,7)
Queste le intenzioni di voto per le coalizioni:
- Centrosinistra 35,7%
- Centrodestra 35,4%
- M5S 22,8%
La rilevazione è stata effettuata da iXè di Trieste per Agorà-Raitre tramite 1.000 interviste con metodologia Cati-Cami su un campione casuale probabilistico stratificato di età superiore ai 18 anni. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’Istat. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Margine d’errore massimo: +/- 3,1 %.
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