Sommozzatori in azione: fondali del canale ripuliti da ruote, barche e cartelli
Imbarcazioni, tavoli, sedie, tabelle stradali e pneumatici sono solo alcuni degli oggetti recuperati dai fondali del canale di Ponterosso in una vasta operazione di pulizia, la prima commissionata dall’Autorità portuale ed effettuata dai sommozzatori della Geomar. Per una quindicina di giorni in quattro si sono immersi, facendo riaffiorare di tutto, materiali spesso finiti in acqua nelle giornate di bora, ma alle volte gettati anche dai maleducati di turno. A seguire le giornate di lavoro sempre un folto pubblico, che in qualche caso ha pure espresso curiosità a dir poco strane, con domande in presa diretta ai sub, oltre che fare foto e video in attesa forse di una “pesca miracolosa” tra un rifiuto e l’altro.
Grande l’interesse dimostrato dalla gente, tanto da chiedere interventi simili anche in altre zone della città. «L’attività, svolta per conto dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Orientale e coordinata dall’ingegner Eric Marcone dell’Ufficio tecnico, si è conclusa il 13 aprile - spiega Paolo Furlan, della Geomar Sommozzatori Srl - e abbiamo potuto contare anche sull’ausilio di palloni di sollevamento e altre attrezzature professionali che hanno provveduto a rimuovere dal fondale del canale una notevole quantità di oggetti, di varia natura, che negli anni si erano depositati, in parte a causa dell'incuria dei cittadini, vedi le tante batterie o i copertoni, in parte a causa della bora, in tal caso risultano essere venuti a galla tabelle, cassette, teloni, tavolini e sedie. Sono stati anche recuperati quattro relitti, altri sono stati smantellati e portati in superficie a pezzi. Il tutto, una volta salpato dal fondo, è stato caricato sui mezzi messi messi a disposizione dall’AcegasApsAmga e conferito nelle discaricche».
Nelle varie giornate di intervento si è formato sempre un numeroso pubblico di spettatori sulla riva, attenti a ogni piccolo movimento dei sub e a tutto ciò che riemergeva dal fondale un po’ alla volta. «In tanti si sono fermati a osservare pazientemente le operazioni di pulizia», aggiunge Barbara Fornasaris, sempre della Geomar: «Alcuni erano turisti di passaggio, che si sono messi a sbirciare cosa stava succedendo, ma la maggior parte erano triestini. Guardavano ma ponevano anche delle domande, in un misto di curiosità e quesiti anche strampalati. Tra i più strani ci hanno chiesto se era in atto una caccia a uno squalo, e poi se sott’acqua c’era una perdita di gas. In generale si sono dimostrati felici per lo smantellamento della sporcizia accumulata. Finora erano già stati fatti interventi simili nel canale, ma da gruppi sportivi senza queste attrezzature e solo in determinati punti. Si tratta della prima pulizia commissionata dall’Autorità portuale e di tale portata, con grandi macchinari utilizzati. Ha suscitato così tanto entusiasmo da parte della gente che in molti ci hanno chiesto di poter ripulire anche altri spazi. Vedremo se sarà possibile».
E così tra le richieste di delucidazioni sui vari oggetti ripescati, ai sommozzatori è stato dunque proposto dai triestini di ispezionare e liberare dalle immondizie anche altri tratti di mare. «Ci hanno segnalato tutto il tratto delle Rive e poi ancora spazi in prossimità di moli e società nautiche, zone dove le persone passeggiano e sono abituate a notare nell’acqua vari oggetti. Molto spesso è il vento a farli cadere e lì rimangono. Anni fa avevamo fatto interventi per conto dell’AcegasApsAmga in particolare durante una giornata di forte bora, quando tanti bidoni erano finiti in acqua proprio a Ponterosso. Così sarà successo sicuramente anche per altre aree che i cittadini ci hanno descritto, tratti di mare vicino alla costa».
Sarà forse un buon suggerimento per procedere a nuove attività di pulizia in caso ci siano nuove commissioni e fondi da impiegare. A beneficio dell’ambiente e anche del pubblico di passaggio, che a quanto pare ha trovato lo spettacolo imperdibille.
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