Solo 2 pattugliatori per la sicurezza delle coste croate
Stando agli esperti sono soltanto due le navi della Guardia costiera croata che possono controllare in modo efficace i 23.870 chilometri quadrati della Zona ittico–ecologica in Adriatico
FIUME. Stando agli esperti sono soltanto due le navi della Guardia costiera croata che possono controllare in modo efficace i 23.870 chilometri quadrati della Zona ittico–ecologica (Zerp) in Adriatico. La situazione è però destinata a migliorare nel periodo a venire poiché prossimamente il ministero della Difesa dovrebbe bandire il concorso pubblico per la costruzione di pattugliatori che saranno in dotazione alla Guardia costiera, istituita quattro anni fa e inquadrata nella Marina da Guerra croata quale organizzazione militare con compiti di polizia. I pattugliatori, lunghi 42 metri, costeranno ciascuno 10 milioni di euro e si ha ragione di credere che il 70 per cento dell’ imbarcazione sarà approntato in Croazia. Dicevamo delle due navi in apertura di scritto. Si tratta dell’unità di soccorso e salvataggio Faust Vrancic e della nave scuola Andrija Mohorovic. Quest’ultima può navigare senza limitazioni fino a 50 miglia dalle coste croate, con il suo equipaggio abilitato a controllare petroliere, pescherecci stranieri e altri natanti.
La Faust Vrancic è una nave adatta alle più complesse operazioni di salvataggio. Lunga 55, larga 12 e alta 4,3 metri, questa nave può raggiungere la velocità di 13 nodi ed ha un’autonomia di navigazione di 4 mila miglia. Basterebbero piccoli ritocchi per trasformarla nella più importante imbarcazione della Guardia costiera. In attesa che questo corpo della Marina militare croata ottenga i pattugliatori, la mancanza di un sufficiente numero di unità d’altura favorisce i ripetuti sconfinamenti di pescherecci italiani e sloveni nelle acque territoriali croate, il cui ultimo caso si è avuto un paio di giorni fa. Se la Guardia costiera potrà dire di avere risolto quasi del tutto i propri problemi con i pattugliatori navali, prossimamente il dicastero della Difesa dovrà porre ad acta ancora un intoppo. Si tratta del sistema radar Falcon II, acquistato nel 1999 dall’azienda americana Metric System per circa 18 milioni di dollari. I radar sono installati nell’Isola Lunga, a Lagosta, Lissa e Meleda e già i controlli preliminari avevano evidenziato un’inadeguatezza tecnica, che di fatto li ha trasformati in ferrovecchio.
(a.m.)
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