Sole e grigliate con cevapcici sono più forti in Slovenia dei timori di essere contagiati

Il governo di Lubiana emana norme più restrittive mentre in Serbia per lo stesso motivo il presidente Vučic minaccia il coprifuoco totale

LUBIANA Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Come quelli che lo scorso soleggiato e tiepido week end in Slovenia hanno deciso di organizzare in piena pandemia mondiale di coronavirus picnic di famiglia o tra amici, tra una grigliata di cevapcici e un buon bicchiere di refosco.- Risultato: Bled e la riviera di Portorose stracolme di gente che tranquillamente passeggiava in pieno relax. Insomma, un tranquillo week end di paura (del contagio?). Ma questa volta, dopo ripetute e fin qui inascoltate raccomandazioni, il governo di Lubiana guidato dal premier Janez Janša si è arrabbiato con i suoi cittadini. E siccome a ogni causa segue un effetto, ecco varate nuove norme restrittive nel piano anti coronavirus.

Innanzitutto da ieri è vietato spostarsi dal comune di residenza o di domicilio, le cosiddette categorie protette, ossia invalidi, pensionati e donne incinte, potranno recarsi a fare la spesa nei negozi di alimentari o nei supermercati unicamente dalle 8 alle 10. Norme severe anche per i condòmini dei palazzi delle grandi città o dei cosiddetti “blocchi” residenziali di periferia. Devono due volte al giorno disinfettare le maniglie delle porte, l’ascensore (quando c’è) e le sue pareti interne, ascensore che può ospitare una sola persona per volta. Dovranno anche essere ripuliti gli zerbini.

Più poteri di controllo sono stati conferiti alle forze di polizia, con i timori delle forze politiche di opposizione, mentre ci sono novità anche per le carceri. I direttori degli istituti penitenziari sloveni, infatti, possono scarcerare anticipatamente i detenuti che siano ad almeno sei mesi dal fine pena, oppure interrompere la carcerazione per un mese ai detenuti non pericolosi. E così ieri sono stati scarcerarti in Slovenia in quindici per fine pena anticipata, mentre in 68 si sono visti interrompere la detenzione per un mese. Ma poi torneranno in cella? Un problema alla volta sembra essere la risposta di un governo sull’orlo di una crisi di nervi.

Crisi di nervi che sembra per scoppiare anche nella persona del presidente della Serbia Aleksandar Vučic, il quale, alle prese con gli stessi problemi di faciloneria dei colleghi di governo sloveni ieri ha minacciato di imporre al Paese un coprifuoco di 24 ore per due settimane di seguito. Ha detto che nel Paese vi è ancora una parte della popolazione che non rispetta le regole e le restrizioni imposte per contenere il contagio da coronavirus. E non ha escluso per questo misure ancora più stringenti. «Se sarà necessario proporrò anche il coprifuoco di 24 ore per difendere la salute della gente», ha detto Vučic. Sono ancora tanti, ha osservato quelli che vanno in giro, che passeggiano con i cani, e che violano i divieti. «Queste misure non sono un capriccio», ha detto. In Serbia, dove nelle scorse settimane è stato proclamato lo stato di emergenza per la pandemia di Covid-19, vige il coprifuoco dalle 17 alle 5, che il sabato e domenica scatta due ore prima, alle 15. Vi è inoltre il divieto assoluto di uscire di casa per gli ultra 65enni, le categorie di persone più a rischio, che possono lasciare le proprie abitazioni solo la domenica dalle 4 alle 7 per fare la spesa. Il presidente ha detto che il 90% circa delle persone si comporta correttamente e rispetta le restrizioni, ma il resto 10% continua a ignorare le decisioni delle autorità mettendo seriamente a rischio la loro salute e quella degli altri. Gli ultimi dati diffusi ieri indicano un bilancio di 741 contagi e 13 decessi. Vučic ha detto che nelle ultime settimane sono tornati in patria 400 mila serbi che vivono e lavorano all'estero, creando con ciò gravi problemi in termini di contagio.

In Croazia fino a ierio erano sei le persone decedute per conseguenze del coronavirus, mentre il numero dei contagiati tocca quota 790. Lo ha riferito l'Unità di crisi del ministero della Sanità. Rispetto a domenica il numero dei positivi è salito di 77 unità, e la crescita, secondo gli esperti, è ancora contenuta, a ritmo lineare e non geometrico. Le persone decedute erano anziane o con altre malattie serie e croniche. Sono 27 i malati che necessitano dell'aiuto della respirazione artificiale. Sottolineando che è molto difficile fare stime concrete, il capo dell'Istituto per la salute pubblica e vice-presidente dell'Unità di crisi, Krunislav Capak, ha detto di credere come esperto che le misure restrittive potrebbero rimanere in vigore fino all'inizio di giugno. Il Paese è in quarantena quasi totale da due settimane.

È permesso uscire in gruppi di massimo cinque persone che devono tenere la distanza di un metro. Sono chiuse tutte le attività non essenziali ed è proibito lasciare il comune di residenza se non con permesso speciale per ragioni di lavoro o mediche. —

M. Man.

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