Soldi spariti dalla Srl fallita: due arresti

I due amministratori della Transpadana, che aveva sede a Fernetti, accusati di bancarotta per 675mila euro
Tommasini -Trieste-Opicina-Autoporto Fernetti
Tommasini -Trieste-Opicina-Autoporto Fernetti

Una motrice per Tir di proprietà di una prima ditta venduta da una seconda ditta a una terza ditta, un rimorchio sparito nel nulla, un fondo cassa di fine esercizio mai trovato, servizi resi a clienti con mezzi e personale di una società fatturati da una società diversa, e ancora prelievi in contanti e bonifici verso conti esteri e altre imprese riconducibili alla stessa persona non giustificati però dalle cosiddette finalità aziendali: i due contitolari della Srl di autotrasporti Transpadana, con sede all’Autoporto di Fernetti, in liquidazione da settembre 2013 e dichiarata fallita dal Tribunale di Trieste nel febbraio di quest’anno, sono stati arrestati l’altra settimana con l’accusa di bancarotta documentale e fraudolenta per la distrazione di molteplici importi che, tutt’assieme, varrebbero una cifra vicina ai 675mila euro.

Si tratta del quarantenne Nicola Aiello, originario di Palmanova e residente a Manzano, e del quarantacinquenne Adam Grzelj, sloveno nato in Australia. Il primo è ritenuto dagli inquirenti l’amministratore di fatto della Transpadana, la vera mente dell’operazione, e la sua posizione risulta aggravata dall’esistenza di precedenti per reati contro il patrimonio e da un ulteriore fascicolo d’inchiesta a suo carico sempre per bancarotta. Il secondo, invece, avrebbe avuto un ruolo subalterno, quasi da “uomo di paglia”, pur essendo stato ufficialmente l’amministratore unico della società, nel suo ultimo anno di vita prima della messa in liquidazione, eppoi anche liquidatore.

Sul loro conto hanno indagato gli investigatori del Gruppo Trieste della Guardia di finanza, coordinati negli uffici della Procura della Repubblica di Foro Ulpiano dal sostituto procuratore Matteo Tripani. È stato quest’ultimo appunto, la scorsa settimana, a chiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari Laura Barresi la custodia cautelare in carcere per entrambi. Arrestati e portati in prima battuta in galera a Udine dagli ufficiali di Polizia giudiziaria, sia Aiello che Grzelj si trovano adesso ai domiciliari. Entrambi sono assistiti di fiducia dagli avvocati Carlotta Campeis e Virio Nuzzolese dello Studio Campeis del capoluogo friulano. Aiello si è visto riconoscere la misura degli aresti domiciliari all’inizio di questa settimana dal Tribunale del riesame, anche in ragione - a quanto è trapelato - dell’esito dell’interrogatorio di garanzia reso precedentemente al giudice Barresi in occasione dell’udienza di convalida. Per Grzelj i domiciliari sarebbero potuti scattare anche prima, considerato il suo ruolo di “attore” non protagonista come pure l’assenza a differenza del collega di precedenti, ma in realtà non gli erano applicabili poiché residente all’estero. Lo sono diventati quando i legali hanno potuto notificare agli uffici Foro Ulpiano un domicilio in Italia, a casa di un parente, dove sta effettivamente adesso.

L’inchiesta delle Fiamme gialle diretta in Procura dal pm Tripani a carico del duo che “governava” la Transpadana Srl si collega, ovviamente, alla liquidazione della società e alla sua successiva dichiarazione di fallimento. Un’inchiesta resa a quanto è dato sapere complicata da quella che è poi una delle accuse rivolte ad entrambi: il non aver tenuto alcuna contabilità dal 2012 e l’aver fatto sparire le scritture prima dell’entrata “in scena” del curatore fallimentare, il dottor Tullio Maestro. Ad Aiello e Grzelj, quindi, viene contestato insieme anzitutto un filotto di bonifici passati dai conti sociali a quello di Grzelj stesso, tra il 2010 e il 2012, per un totale di 168mila euro, a titolo di pagamenti di fatture senza però una relativa registrazione contabile. È poi obiettata la scomparsa del saldo contabile di 143mila euro al 31 dicembre 2011, l’ultima traccia ufficiale nella contabilità. Nell’ultimo anno e mezzo, inoltre, risulterebbero stati prelevati in contanti 113mila euro da un conto sociale, svincolati sempre dalle finalità aziendali. Altri 78mila euro sarebbero poi stati fatturati e incassati da un’altra ditta amministrata dai due, la Logitrans, per viaggi fatti dalla Transpadana per conto di vari clienti. Lo stesso meccanismo sarebbe stato utilizzato per vendere a un ulteriore cliente una motrice da 24mila euro (di un rimorchio sono state perse le tracce), mentre 21mila euro sarebbero finiti via bonifico dai conti Transpadana a quelli di altre due imprese individuali, Nicomm e Autoest, riconducibili ad Aiello. Il quale deve infine rispondere anche da solo di altre azioni per le quali il pm Tripani prefigura l’ipotesi di reato di bancarotta per distrazione, quantificabili in circa 128mila euro, fra cui tre bonifici per 50mila euro verso conti esteri. E a proposito di estero, gli indagati - difesi dagli avvocati Campeis e Nuzzolese - hanno spiegato per molte delle somme contestate che c’era invece attinenza con le finalità aziendali poiché utilizzati per l’acquisto di gasolio all’estero, più a buon prezzo, destinato ai mezzi dell’azienda stessa.

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